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martedì 5 giugno 2012

Arcobaleno


Tanti anni fa, una strada lenta e panciuta, di quelle che nei paesi meno affollati del nostro si perdono in mezzo agli alberi e che, se capita, ti regalano anche volpi, lepri e camosci “crossing”, come recitano sempre i cartelli. Ha appena piovuto ed io sono felice. Ho a fianco la persona che amo e fuori c’è quell’aria quasi bagnata che fa venir voglia di starsene accoccolati davanti a un camino. Mentre la macchina scende giù verso il mare, ecco gli arcobaleni: uno, due, tre, quattro… come si fa a non credere che il mondo è nelle tue mani, con un cielo così! E già allora, quando un bambino non era nemmeno nell’aria, avevo pensato che le storie sugli arcobaleni sembrano inventate proprio per essere raccontate ai più piccoli.
Pentole magiche nascoste, elfi che ne custodiscono i segreti e divinità che attraversano il cielo usandoli come tappeto. Naturalmente, ça va sans dire, anche l’arcobaleno è divino: una divinità femminile per la precisione, il cui nome è Iride. Iride non è una dea qualunque: figlia di Oceano, è imparentata, non poi così alla lontana, con le Arpie, creaturine poco raccomandabili, che avevano volto di donna e ali di rapaci. Nasce dalle umide profondità di Oceano e ha l’arte del volo nel suo DNA. Viaggia fra cielo e terra sospinta dal vento, per portare ai mortali i messaggi inviati dagli dèi. È fatta in qualche modo di acqua e di aria, ma la cosa curiosa è che la sua storia non ha niente a che fare, almeno alle origini, con quel tessuto di colori che percorre i nostri cieli dopo il temporale.
Iride cioè non era a colori: nonostante il suo nome evocativo, non camminava sul ponte dell’arcobaleno. I colori sono arrivati dopo. L’arcobaleno, e Iride con lui, erano quindi per gli antichi soprattutto un soffio di vento umido, proveniente da lontano… e portavano messaggi: messaggi dal lontano mondo degli dèi. Gli dèi non ci sono più, ma alcuni messaggi arrivano ancora forti e chiari, non credete?, come i suoni dalle galassie lontane, o le stelle cadenti, che si sono spente chissà quando nel nostro universo… E se i nostri arcobaleni ancora nascondessero le parole mandate dagli dèi?