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sabato 31 marzo 2012

Il silenzio

Chi conosce il silenzio venera il valore sacro delle parole ed esercita un controllo sulla sua esistenza.
Il silenzio è l'eloquenza del cuore. Solo nel silenzio s'impara ad ascoltare e comprendere.
Il silenzio è la ragione della saggezza.
Nel silenzio della vita nascono i pensieri più nobili perchè esso contiene il più saggio dei consigli, la parola più dolce, la verità più pura.
Il silenzio è il primo presupposto per sapere se il mondo circostante ci ascolta. S'impara ad udire nel silenzio, ma si apprende di più quando s'impara ad ascoltare.
E' nel cammino silenzioso che si costruiscono le grandi basi, i più forti cimenti, i più elementari pensieri che trasmettono la pace in ogni tempo.
Il silenzio apparentemente inesistente, è però infinitamente utile e chi lo conosce  dice di più con meno parole. Ogni parola che non si pronuncia è doppiamente poderosa se nasce dal silenzio con cui si manifesta il pensiero. Le parole siano il riflesso fedele di un'anima nobile. Solo così il silenzio darà il giusto equilibrio alle nostre anime, alle nostre menti e ai nostri cuori.
Il silenzio è la chiave per fermare le ambizioni, gli impeti e le energie debordanti.
Chi conosce il silenzio pensa più volte prima di parlare. La cosa fondamentale del silenzio è che nutre il pensiero, perchè ne è l'essenza.
Chi conosce il silenzio prima tace, poi osserva e finalmente decide l'utilità della parola.
Chi conosce il silenzio conosce la luce dell'esistenza suprema.
Nessuno sente con la stessa intensità: è solo possibile sentire in silenzio ed in solitudine che sono complementari.
La solitudine è il silenzio dell'anima ed il silenzio è la solitudine delle parole.
Poche volte quello che si dice è uguale a quello che si sente.
Un bell'insegnamento è quello sull'origine dell'eco che fu creato affinchè ci ricordassimo sempre che tutto ciò che diciamo ci tornerà sempre indietro.
Tratto dal web

giovedì 22 marzo 2012

A volte và così

Qualcuno mi ha chiesto giorni fa se, potendo rinascere, avrei vissuto la vita in maniera diversa. Lì per lì ho risposto di no, poi ci ho pensato un po' su e...
Potendo rivivere la mia vita, avrei parlato meno e ascoltato di più.
Non avrei rinunciato a invitare a cena gli amici soltanto perché il mio tappeto aveva qualche macchia e la fodera del divano era stinta.
Avrei mangiato briciolosi panini nel salotto buono e mi sarei preoccupata molto meno dello sporco prodotto dal caminetto acceso.
Avrei trovato il tempo di ascoltare la nonna quando rievocava gli anni della sua giovinezza.
Non avrei mai preteso, in un giorno d'estate, che i finestrini della macchina fossero alzati perché avevo appena fatto la messa in piega.
Non avrei lasciato che la candela a forma di rosa si sciogliesse, dimenticata, nello sgabuzzino. L'avrei consumata io, a forza di accenderla.
Mi sarei stesa sul prato  senza badare alle macchie d'erba sui vestiti.
Avrei pianto e riso di meno guardando la televisione e di più osservando la vita.
Avrei condiviso maggiormente le responsabilità del mio compagno.
Mi sarei messa a letto quando stavo male, invece di andare febbricitante al lavoro quasi che, mancando io, il mondo si sarebbe fermato.
...
Avrei detto più spesso: "Ti voglio bene" e meno spesso: "Mi dispiace"... ma soprattutto, potendo ricominciare tutto daccapo, mi impadronirei di ogni minuto...
lo guarderei fino a vederlo veramente.., lo vivrei... e non lo restituirei mai più.