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domenica 28 luglio 2013

Dubrovnik


 
Una città che mi ha stupito. La Croazia è bellissima e mi sono arricchita della sua arte, cultura e folclore. Sono rimasta incantata quando l'ho vista e come souvenir ho preso la classica candela fatta a mano, simbolo del commercio di questa città di mare.
La particolarità di questo posto è la sua spettacolare architettura, rimasta hai tempi del medioevo, con le sue pietre, castello e ponte levatoio. Il suo piccolo porto non consente l'attracco della nave da crociera, troppo grande, è così siamo scesi con le scialuppe, un'esperienza fuori dal comune.
 
 
 
 
Porto molto suggestivo della costa dalmata che, tra isole, insenature, baie e scorci molto pittoreschi, offre una delle panoramiche più deliziose della riviera adriatica di entrambe le sponde. Una città dell'esistenza molto avventurosa che risente in modo impensabili di radici veneziane, che sembrano lontane  e che, compaiono dietro ogni monumento e costruzione.
Porto di Dubrovnik
Basti pensare che il percorso principale che taglia in due la città vecchia  e che assomiglia in modo impressionante a qualunque altro borgo antico italiano, si chiama "Stradun", in veneto. E non è comunque difficile, tra i cognomi dei residenti trovare qualcosa di molto famigliare visto che anche i genovesi qui, hanno lasciato radici interessanti con i propri traffici e commerci.
Venezia fece sentire pesantemente la sua influenza anche nelle vicende storiche: ad ogni successo della Serenissima sull'Adriatico collaborava anche questa parte della costa dalmata che, con la crisi della repubblica marinara subì invece in modo molto pesante l'avvento del dominio turco che per altro, in questa zona, si dimostrò comunque rispettoso di palazzi e costruzioni che ancora oggi risentono del dominio dei San Marco.
Molto evidenti sono anche le tracce religiose, conventi e chiese; gli esempi più clamorosi in tal senso sono gli insediamenti francescani e dominicani che rappresentano anche un patrimonio culturale e artistico conservato e preservato con grande attenzione dai dalmati.
Molto pittoresca la zona collinare che sorge alle spalle di questa città, dedita con intelligenza e con molti investimenti, al turismo, ma anche al commercio, all'industria leggera e alla logistica marittima attraverso il suo scalo che è uno dei più attivi del Mediterraneo.
 

sabato 27 luglio 2013

giovedì 18 luglio 2013

Alla fine andrà tutto bene


Sono giorni freschi nonostante l'estate, compensa molto questo critico periodo che ha colpito tutto il mondo. Ricordo i tempi dove il globo era rapito dalla velocità delle informazioni con i mezzi di comunicazione tecnologici che hanno cambiato le sorti di tutti.
Fa piacere tutto questo cambiamento e si sperava a nuovi posti di lavoro, che all'inizio ci sono stati, ma ora siamo caduti in una crisi spaventosa. Si sperava che con l'arrivo di una moneta unica, l'Euro, ci fosse più aziende che assumevano giovani e non, invece ha creato difficoltà aziendali e i soldi gestiti male hanno provocato la chiusura di quelle aziende che ci credevano, perdendo anche la speranza.
Ma ormai è fatta! Inutile piangere sul latte versato. So che i politici che abbiamo in Italia non sono un ceppo di genio e pensano al loro tornaconto, e pur vero che li abbiamo eletti noi e non possiamo farci niente.
Alla fine andrà tutto bene, sono fiduciosa, il nostro destino non può essere  tutto nero.

martedì 16 luglio 2013

16 Luglio, Madonna del Carmine



Oggi, giorno della Madonna del Carmine, festa della mamma mia. Quante emozioni, quanti sentimenti per questo dì per alcuni comune. Le grazie che mi ha fatto partecipe la mia Madonna sono tante durante  tutta la mia vita.
Sono cresciuta con lei... accanto a lei.
Fin da piccola la mia famiglia seguiva il suo culto.
Seguiamo e rispettiamo ogni sua regola. Sarà per questo che ancora oggi festeggio questo giorno come fosse Natale.
La madonna a ricoperto di grazie me e la mia famiglia sempre e non immaginate la felicità che sento.
Il Fiore del Carmelo è questo, è il seguito ce l'ho consiglia Dio, se avete  fede..
 
 
 
La Storia
La storia della devozione alla Madonna del Carmine ha radici molto lontane nella memoria cristiana, infatti risalirebbe già all’epoca della III crociata (1189-1191).
In quegli anni tra quelli che partivano verso la Terra Santa, alcuni iniziarono a sen
tire l’esigenza di vivere una spiritualità più profonda, secondo il Vangelo, nella preghiera e nella carità. Per questo motivo si ritirarono come eremiti presso il Monte Carmelo, volendo imitare il profeta Elia, il quale stette per un certo tempo in quel luogo ed ebbe una viva esperienza di Dio (secondo i libri dei Re).
Questi eremiti non avevano un preciso fondatore, proprio perché dicevano di rifarsi al profeta, e il loro ideale di vita darà l’impulso iniziale per le prime regole dell’Ordine Carmelitano. Agli inizi del XIII secolo si riuniranno in una forma di vita più comunitaria stimolati da un primo riconoscimento da parte di S. Alberto, patriarca di Gerusalemme. Gli eremiti del Carmelo avevano scelto come patrona e protettrice la Vergine Maria, che pertanto iniziarono a chiamare “Santa Maria del Monte Carmelo”.
Spesso i titoli della Vergine si riferiscono a delle sue azioni (come la Vergine Odegitria di Bari, ovvero “Colei che indica la Via”), a delle qualità (la Vergine Addolorata), a degli atteggiamenti (la Madonna dell’Umiltà, a Prato), a dei titoli (la Regina Apuliae, nel Seminario di Molfetta e patrona della Puglia) o infine a degli eventi storici (la Madonna di Lourdes, in virtù delle apparizioni). Che cosa vuol dire allora il titolo di Vergine del Monte Carmelo o Madonna del Carmine? Il significato e la risposta sono nel nome stesso del monte.
Il Carmelo è una catena montuosa (lunga circa 39km) che nella tradizione biblica è sempre esaltato come il più bello dei monti. Esso è “il giardino fiorito di Dio” come dice il nome stesso “Carmelo”, il quale deriva dall’aramaico “Karmel” cioè “giardino”. Non è un caso che tutti i conventi carmelitani abbiano annesso un giardino e lo stesso dicasi per la nostra Confraternita (con un bel giardino interno) e la Chiesa (che conserva un antico chiostro risalente all’epoca dei padri carmelitani). Il titolo di Madonna del Carmine è dunque uno dei più alti e certamente dei più belli per la Vergine Santa perché è come dire che Lei è la realtà più bella di Dio, colei che di Dio ci vuole raccontare la Bellezza.
Ritornando alla vicenda storica dell’Ordine, aggiungiamo alcuni dati. Nel 1226 l’Ordine Carmelitano riceve la prima approvazione pontificia da Onorio III e dopo questa viene inserito tra gli Ordini mendicanti con le modifiche e le approvazioni di Innocenzo IV nel 1247. Sembra che la “tradizione sabatina” risalente a Giovanni XXII sia un falso storico (il fatto per cui la Madonna porterebbe in Paradiso le anime devote il primo sabato dopo la loro morte), mentre è un fatto importante la rivelazione di Maria a San Simone Stock; questo frate vide in sogno la Vergine che, consegnandogli lo scapolare, promise la salvezza di quanti lo avrebbero indossato con fede.
In pochi anni l’Ordine si diffuse in larga parte d’Europa, uscendo dunque dai confini della Palestina, e prendendo piede specialmente in Spagna, Portogallo e Italia. La storia di Grottaglie ha un forte tratto carmelitano. Alcune fonti fanno risalire l’arrivo dei primi padri carmelitani al 1505. In Puglia vi erano già altri 7 conventi e il loro numero crescerà fino a 25 attorno al 1650. La fraternità di questi monaci fu la prima a raggiungere la terra di Grottaglie e dunque andò a costituire, in ordine cronologico, la seconda delle attuali sette parrocchie. Infatti esisteva già un ben nutrito numero di sacerdoti della Collegiata (la Chiesa Madre) e solo diversi anni dopo verranno i padri Minimi (1536) e i Cappuccini (1546). Per la costruzione del monastero i religiosi poterono beneficiare della donazione del suolo, di alcune case e di una grotta; tutto questo era dono di don Romano de Romano, presbitero della Collegiata.
Nella grotta vi era affrescata una effige della Vergine Maria, nota con il titolo di Madonna della Grotta, la quale testimonia un culto a Maria precedente a quello carmelitano. Tale effige nel corso dei secoli fu spostata nella parte superiore della Chiesa, come testimonia un antico documento, lo Status Conventus (1703) opera di don Paolo D’Alessandro (1659-1744). Quando poi si chiuderà la cripta, si perderà la memoria storica del resto del patrimonio del Carmine; ad esempio rimarranno per secoli nell’oblio gli affreschi di Sant’Apollonia e Santa Caterina d’Alessandria, sepolti fino al 1998 con il resto della cripta. La storia carmelitana di Grottaglie vide nel tempo diversi uomini illustri portare il nome della città fuori dalle sue mura. Oltre ai numerosi capitoli provinciali carmelitani dei sec. XVI e XVII, passò di qui uno dei padri generali, il Fantoni. Il Carmine diede inoltre i natali al p. Antonio Marinaro Senior (1500 ca. - 1580). Questi fu reggente per la provincia di Puglia per 36 anni, lavorò presso la curia romana come Procuratore Generale dell’Ordine e, fatto ancor più prestigioso, fu uno dei teologi del Concilio di Trento. Altro personaggio illustre fu il nipote, il p. Antonio Marinaro Junior (1605-1689). Come lo zio fu molto apprezzato per l’elevata dottrina teologica tanto che fu per tre volte provinciale della provincia romana. Morirà come vescovo titolare di Ostia e Velletri.
Dell’epoca seicentesca ricordiamo anche il p. Maestro Cesare Tripalda, p. Domenico Antonio Basile e Giovanni Stefano Verga. Dell’epoca settecentesca e ottocentesca sono gli altrettanto famosi p. Maestro Francesco Paolo Quaranta, segretario generale dell’Ordine; p. Giovanni De Laurentis, nominato da Benedetto XIII vescovo di Capri; p. Nicola Maria Ricchiuti, primo Priore Generale dell’Ordine in tutta la storia del Mezzogiorno; p. Pietro Antonio Carrieri, filosofo e letterato all’interno della provincia pugliese. Al nostro secolo appartengono invece parecchi sacerdoti ancora operanti nel clero italiano.

Tratto dagli scritti de "La Madonna del Carmine"
 
 
Il Miracolo della Madonna del Carmine a Grottaglie
Grazie al ricordo degli anziani centenari, ancora perfettamente lucidi e coscienti, possiamo rendere testimonianza di un miracolo avvenuto a Grottaglie ad una devota della Vergine del Carmelo, sposa e madre di due figli. Portare lo scapolare, che a Grottaglie viene chiamato abbitinu, è stato sempre per i devoti carmelitani la sintesi efficace di una spiritualità mariana, che non solo alimenta la devozione dei credenti rendendoli sensibili alla presenza amorosa della Vergine nella loro vita, ma anche protezione e salvezza verso tutti i pericoli terreni.
Grottaglie, anno 1910, Corso Garibaldi (oggi Via Garibaldi) allora una delle principali vie del paese. Su un balcone di una abitazione nei pressi dell’ex Farmacia San Ciro una donna gravida all’ottavo mese è affacciata per vedere la gente che transita. Il suo nome: Maria Quaranta, classe 1880, coniugata Annicchiarico e già madre di due figli. E’ alla sua terza gravidanza. Una donna devotissima alla Madonna del Carmine; porta sempre con se l’abbitino di stoffa, come segno di appartenenza alla famiglia carmelitana. La tragedia si consuma in poco tempo; senza alcun preavviso un tratto di balcone cede di colpo per la rottura del pavimento, realizzato in pietra dura come era di consuetudine allora. La signora cade insieme al lastrone di pietra sulla strada da un’altezza di circa sei metri. Tanta gente assiste all’evento; la signora urla e nella disperazione invoca ad alta voce la Vergine dicendo: “Matónna tlu Carmunu méa, aiutami tu”. Stranamente quella donna gravida cade in piedi, come si suol dire, senza rovesciarsi per terra, nonostante il peso del nascituro che aveva in grembo. Non ha un graffio, non si è procurata nemmeno una storta agli arti inferiori, non ha subito alcun danno. Come se avesse planato su una nube adagiandola per terra. Un evento straordinario miracoloso che destò nei presenti meraviglia e nello stesso tempo voglia immediata di pregare e cantare. Alla signora Maria dopo un mese nacque una bambina, sana e bellissima, a cui fu posto il nome di Carmela. Per ringraziare la Vergine quella famiglia fece rifare il pavimento alla cappella della Madonna, dove c’è l’altare privilegiato, sostituito successivamente da lavori di restauro. Quanto descritto non vuole in nessun modo precedere in nulla il giudizio che compete esclusivamente alla Chiesa, ma solo testimonianza di un fatto avvenuto tanti anni fa, che tante generazioni hanno definito un vero miracolo.
Tratto dal sito "Grottagliesità" 

sabato 13 luglio 2013

Il bacio del mare


Ricordate quest'immagine qui accanto?
In questa favolosa foto che ha fatto il giro del mondo e che segna la fine della seconda guerra mondiale, un marinaio bacia la prima donna che gli capita davanti, un'infermiera, in una Times Square di 65 anni fa.
Questo bacio così spontaneo e genuino oggi è diventato realtà.
A Civitavecchia, Steward Johnson, lo stesso scultore che ha realizzato la Marilyn Monroe gigante a Chicago, ha creato una nuova scultura: questa volta si è ispirato proprio alla foto del marinaio e ha plasmato un'opera d'arte meravigliosa.
Alta 9 metri e con un peso di 60 tonnellate, la scultura è stata soprannominata Il bacio del mare e ricorda tanto tutti quei marinai che, prima di ogni missione, lasciano la propria amata, con la speranza di rivedersi dopo qualche mese.


martedì 2 luglio 2013

5 Luglio 2013 - Tavolo Informativo Ipercoop, Taranto



 
Venerdì 5 Luglio, dalle ore 18,00, in collaborazione con l'A.P.E.Onlus, saremo presenti nella Galleria Ipercoop (Centro Commerciale Mongolfiera) per informare e sensibilizzare i cittadini su una patologia molto diffusa e altrettanto sconosciuta: l'ENDOMETRIOSI.

I disturbi riconducibili a questa malattia sono legati al dolore cronico, in particolare durante i rapporti sessuali, il ciclo mestruale e durante l'ovulazione, a ricorrenti coliche intestinali e cistiti, infertilità, mal di testa e a volte acne.

In Italia circa 3 milioni e mezzo di donne in età fertile, (1 donna su 8, per non contare chi ne è affetta inconsapevolmente e chi attende ancora una diagnosi che può giungere anche dopo dieci anni), sono affette da “endometriosi”, malattia complessa originata dalla presenza anomala del tessuto che riveste la parete interna dell’utero, endometrio, in altri organi quali ovaie, tube, peritoneo, vagina, intestino. L’endometriosi è una malattia subdola che se non diagnostica tempestivamente provoca infiammazioni croniche, aderenze ed infertilità. Gli effetti collaterali associati alla malattia impediscono spesso una normale vita sociale, familiare ed anche professionale.

Facciamo un appello a chiunque dovesse riconoscersi nei sintomi, o a chi riconosce un’amica o una parente, a raggiungerci nel giorno indicato, perché per una malattia per cui non esiste una cura definitiva, l’unico modo per arginare i danni è essere informati. La diagnosi precoce può evitare l’infertilità.

Il comitato Taranto LIDER e le volontarie Laura Epifani, Lucia Pinto, Chiara Chiochia e tutte coloro vorranno aiutarci, vi aspettano per un'informazione e una parola di conforto.