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giovedì 22 novembre 2012

Christmas Butter

burro di natale...
E  si avvicina ancora una volta il Natale.
Per strada i preparativi e nelle case si respira già quella magica atmosfera, anche grazie ai negozi che, con il loro "commercio natalizio", arricchiscono le vetrine per far apparire un anno migliore.
Le cucine sono pronte ad imburrare quella dolce tavola, che sia a pranzo o a cena, non importa,  regna solo la gioia di stare insieme per amore della famiglia.
Il Natale si spalma sulle case e sulla gente come burro morbido e candido.
Oh, il Natale... come ogni anno arriva in punta di piedi per poi sfociare in grande gioia. Ogni anno fa ritornare in mente nuove speranze e nuovi desideri. Ci si raccoglie tutti, in una casa, intorno ad un camino, a delle luci, ad un albero luminoso... tutto fa Natale quando si sta insieme a chi ami.
Si raccontano favole ai bambini, strane storie di uomini che volano in cielo in groppa ad una slitta trainata da renne magiche. E poi, i dolci profumi provenienti dalla cucina.
Il Natale si avvicina, se lo cerchi è già in cucina...La cucina: unica protagonista di questa magica festa.

 

Al di là delle classiche previsioni il Natale costituisce un momento di rinascita: un momento per riflettere su quel che abbiamo fatto e su quel che avremmo potuto fare, su quel che non abbiamo fatto e su quel che non avremmo dovuto fare.
Si avvicina il Natale e forse giunge il momento di adeguare i propri comportamenti ai buoni propositi, convertendo le tendenze negative in tendenze positive, e agendo in maniera da trainare anche la gente attorno a noi, le persone che ci circondano, per dimostrare che con sacrifici e gioia di stare insieme si può arrivare lontano stando vicini.
Perché, se è vero che per costruire ci vuole molto tempo, è altrettanto vero che per distruggere è sufficiente un secondo.
Si avvicina il Natale, allora, e forse per qualche istante, qualche ora o qualche giorno lo stress, la vita frenetica, i mille problemi che quotidianamente ci deprimono e opprimono, dovrebbero essere messi da parte: al bando la voglia di essere sempre e costantemente in competizione con l’unico fine di cercare un benessere esclusivo ed egoistico, al bando il desiderio di prevaricare le altre persone.
Sotto lo sguardo di dicembre cerchiamo di recuperare sguardi, carezze e sorrisi, necessariamente reali e concreti, ma anche semplicemente metaforici.
Si avvicina il Natale, è un moto di gioia pervade l'animo delle persone.

Onorerò il Natale nel mio cuore e cercherò di tenerlo con me tutto l'anno.
(Charles Dickens da "Canto di Natale")

sabato 3 novembre 2012

♥ Si avvicina un sogno...

II giorno più bello della vita di ogni donna, o quasi: il matrimonio.
Che emozione, coronare il proprio sogno, a volte il sogno di una vita intera.
Ma dietro a quell’unico giorno di immensa felicità c’è un’altrettanta immensa e stressante preparazione.
Sognavo il mio matrimonio da quando ero bambina.  L’evento più importante della  vita, il giorno in cui giurerai amore eterno al tuo principe azzurro circondata dagli affetti più cari.
L'emozione è alle stelle...

sabato 22 settembre 2012

Alle porte dell'autunno

Anche quest'anno arriva l'autunno sperimentando la bellezza di questa stagione.
La amo. La sento mia.
In cucina, la sera, chiudo la finestra, segno del fresco vento che inonda le strade.
Ogni anno l'aspetto con trepidazione, la mia ansia piacevole mi porta col pensiero a mondi straordinari fatto di profumi di uva trasformato in mosto, foglie dai colori caldi, di zucche e funghi. Ogni anno coloro la mia tavola di delizie di stagione.
A me e soprattutto a voi auguro un buon autunno.
Buon Autunno ...
... A chi... ancora guarda il mondo con lo sguardo meravigliato di un bambino.  A chi sa aprire il cuore all'amore. A chi dispiega le proprie ali alla scoperta di nuovi cieli. A chi sa ascoltare le parole e ancora di più i silenzi. A chi ha sempre tempo per un abbraccio. A chi ha conosciuto il dolore e proprio per questo ama di più la vita. A chi sa sorridere con gli occhi e col cuore perchè conosce il prezzo delle lacrime. A chi... ha il cuore ferito ma non si stanca di viaggiare verso l'isola che non c'è.  A chi ha un sogno folle nel cassetto. A chi non ha più sogni ma non si arrende e ne cerca ancora.
 E infine buon autunno alle mie anime vicine, che la vita sia dolce con noi e con le persone che amiamo... 
Voglio un autunno rosso come l'amore, giallo come il sole ancora caldo nel cielo, arancione come i tramonti accesi al finire del giorno, porpora come i granelli dell'uva da sgranocchiare. Voglio un autunno da scoprire, vivere, assaggiare.

Piogge autunnali si avvicinano dando il benvenuto a funghi, a foglie vestite di nuovi colori,  a scampagnate in bici ammirando la bellezza trasformata della natura, regalandone meraviglia. L'odore delle castagne arrostite, i primi camini fumanti, il profumo degli agrumi e della cucina casereccia... tutto questo risvegliano i sensi.
Alle porte dell'autunno le ore di luce diminuiscono e si affacciano le prime piogge, può capitare di cadere preda della malinconia.
Ma a cosa rimanda il malumore che nasce nell'uomo davanti al cambiamento delle stagioni?
"Le stagioni invecchiano in fretta o meglio, come dice Antonio Tabucchi in una raccolta di storie, il tempo invecchia in fretta. Le stagioni nel loro succedersi simboleggiano le fasi della nostra vita, ci danno il senso del tempo che passa e ci inducono a meditare sulla nostra finitudine"(...).
E' un eterno ritorno...
Nella ripetitività del mio lavoro e della vita, la percezione del tempo si altera e si congela in un tempo senza età. Mi sento un eterna bambina. Poi all'improvviso la scoperta di una malattia mi spinge ad uscire di casa in un giorno pieno di sole. Per la prima volta,  ho guardato i monti intorno al mio paese e li ho visti bellissimi. Mi sento improvvisamente vecchia e nel sentimento doloroso della scoperta incontro di nuovo la vita".
Ogni anno l'autunno ritorna a mostrare i suoi scenari suggestivi, pieni di nuovi colori. La caduta delle foglie diventa l'emblema della nostra condizione. "Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie" recita in un unico verso una famosa poesia di Giuseppe Ungaretti. In questo paesaggio ritroviamo i nostri ricordi, rimpianti, rancori, profumi, silenzi, gioie, tristezza. Tutta la tristezza del tempo perduto,  ma questa tristezza è preziosa se saputa ascoltare. Attraverso essa impariamo un po' a morire mentre impariamo a vivere più vicino al ritmo della natura, che è lo stesso che scandisce la vita dell'uomo: libera la nostra mente e ci rende più vivi, in grado di dialogare con noi stessi e con gli altri in un modo nuovo, di stabilire nuove priorità, di riscoprire gli affetti e i rapporti più autentici.


lunedì 17 settembre 2012

La vita di coppia

 
Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
mi sono rifiutato di vivere nel passato
e di preoccuparmi del mio futuro.
Ora vivo di piu nel momento presente,
in cui TUTTO
ha un luogo.
E’ la mia condizione di vita quotidiana
 e la chiamo
PERFEZIONE.
 
Vivere con il mio amore, tutti i giorni, nello stesso spazio, è sempre stato il mio desiderio più profondo.
 
La vita di coppia non è un qualcosa di già preconfezionato, ma esige una costruzione costante e paziente da parte di entrambi, sperimentandone la difficoltà e talvolta il fallimento.
Ogni relazione incomincia con un incontro. Un pò alla volta ci si rende conto che si sta bene insieme, che si prova interesse l'un l'altro e si è pronti a rivelare qualcosa di sè.
Tutto è cominciato con un incontro, uno sguardo, un sorriso, una parola. Dopo i primi momenti, si è fatta viva l'esperienza di stare bene insieme, si sono manifestate sempre più intensamente la trepidazione dell'attesa, la gioia dell'incontro, la bellezza di essere in due. Si sviluppa un sentimento di attrazione che rende felici, reciprocamente "diversi" dagli altri amici, per cui si desidera stare da soli, parlarsi comunicare, manifestare la propria predilezione anche con gesti che con altri non si farebbe.
E' il momento dell'innamoramento: fenomeno indefinibile completamente, non traducibile in termini precisi, le parole possono esprimere solo gli effetti; diviene qualcosa di incontrollabile, spontaneo, può incanalare tutte le attività mentali. Lo scopo è quello di rompere il sistema chiuso della propria personalità individuale, abituando il soggetto a prendere decisioni, a progettare, a pensare e a sentire, tenendo presente l'altra personalità, con le sue aspirazioni, interessi, bisogni. Progressivamente emerge una realtà nuova: il noi, la coppia. A mano a mano che ci si conosce meglio, è probabile che ci si partecipi l'un l'altro del proprio mondo interiore dei propri sentimenti, così che la vita di ogni giorno diventa sempre più ricca di significato.
E' scelta gioiosa, entusiasmante, ma anche dura. E' l'incontro di due storie diverse, di tanti anni vissuti separatamente. Ognuno ha i suoi interessi, le sue idee; di qui viene la ricchezza dell'incontro. Ognuno deve rispettare la personalità dell'altro e aiutarlo a realizzare se stesso.

Il rapporto a due diviene così scelta di stare insieme, di camminare, di costruire una realtà nuova. Ed è l'amore: offrire la propria disponibilità a donarsi all'altro, con impegno di fedeltà reciproca. E' il passaggio verso la stabilità, la quotidianità, all'amore come scelta di vita. Tutto questo passa attraverso alcuni momenti di crescita, in cui si è protesi alla conquista di alcune tappe. Il superamento delle proprie posizioni, dei propri modi di pensare, di agire, rappresenta il primo passo concreto per andare incontro all'altro.
Lo svincolo e l'autonomia dalla propria famiglia d'origine, dalle regole, dalle modalità e dalle consuetudini che vigono in essa, rappresenta un passo decisivo per il costituirsi ed il vivere la coppia.
Le dinamiche della vita di coppia
del Dott. Argentino Cagnin
 




L'amore non è soltanto una relazione con una particolare persona: è un'attitudine, un orientamento di carattere che determina i rapporti di una persona col mondo, non verso un "oggetto" d'amore. Se una persona ama solo un'altra persona ed è indifferente nei confronti dei suoi simili, il suo non è amore, ma un attaccamento simbiotico, o un egoismo portato all'eccesso. Eppure la maggior parte della gente crede che l'amore sia costituito dall'oggetto, non dalla facoltà di amare. Infatti essi credono perfino che sia prova della loro intensità del loro amore il fatto di non amare nessuno tranne la persona "amata". Poichè non si vede che l'amore è un'attività, un potere dell'anima, si ritiene che basti trovare l'oggetto necessario e che, dopo ciò, "tutto vada da sè". Questa teoria può essere paragonata a quella dell'uomo che vuole dipingere ma che, anziché imparare l'arte sostiene che deve solo aspettare l'oggetto adatto, e che dipingerà meravigliosamente non appena lo avrà trovato.
Quando amo veramente una persona, io amo il mondo, amo la vita. Quando dico "Ti amo", devo essere in grado di dire "Amo tutto in te, amo il mondo attraverso di te, amo in te anche me stessa".


domenica 29 luglio 2012

Due cuori...♥♥



  A me che Belen ha lasciato Corona per mettersi con quello di Amici, non me ne frega sinceramente niente. E non ho intenzione per tutta l’estate di sorbirmi le sue pseudo storie d’amore, che tra l’altro  sono solo che volgarità sotto i riflettori.
 Se dobbiamo fare del gossip, allora facciamolo letterario.
Sapevate della storia d’amore tra Alberto Moravia ed Elsa Morante? E del suo tradimento con Dacia Maraini? E chi non si ricorda della memorabile coppia Fitzgerald e Sayre?
Vorrei parlarvi di coppie di scrittori sempre amati nonostante il tempo che passa...
....Quando l’amore si intreccia con la letteratura…
♥ Alberto Moravia (pseudonimo di Alberto Pincherle), autore di romanzi quali “Gli indifferenti” o “La Noia” è stato non solo uno scrittore, ma anche un giornalista, un saggista, un report di viaggio e un drammaturgo italiano. Nel 1941 sposa Elsa Morante, considerata da alcuni critici una tra le più importanti autrici di romanzi del dopoguerra. I due si separano però nel 1962 e Moravia si riaccompagna con Dacia Maraini, anch’essa scrittrice appartenente alla cosiddetta “generazione degli anni trenta”. Niente da fare nemmeno questa volta: i due si lasciano e Moravia si sposa, per la seconda volta, con Carmen Llera, di 45 anni più giovane di lui. Mica scemo!
 “Quando si è innamorati, si comincia sempre con l'ingannare se stessi e si finisce sempre con l'ingannare gli altri. Questo è ciò che il mondo chiama una storia d'amore”, scriveva Oscar Wilde. Chissà se prima o dopo il matrimonio con Constance Lloyd, scrittrice e giornalista inglese, di cui si innamora a prima vista e che sposa praticamente subito, pentendosene altrettanto velocemente. Al termine della loro luna di miele, infatti, Oscar già vacilla sulla sua scelta. Di fronte alla moglie incinta con attacchi di nausea, il suo unico pensiero è quello di non volere baciare una donna (la sua) che è appena stata male. Alla faccia del poeta innamorato!
♥ L’immagine di Francis Scott Fitzgerald è da sempre legata a quella di Zelda Sayre. Lui: scrittore e sceneggiatore, considerato uno fra i maggiori autori dell’Età del Jazz del XX secolo e lei: pubblicista e scrittrice statunitense. I due si conoscono durante un ballo a inizio Novecento e Francis rimane subito affascinato dalla sua bellezza e così si fidanzano. Fitzgerald all’inizio della sua carriera presenta un suo manoscritto ad un editore che però rifiuta. Zelda, che non ha assolutamente intenzione di sposare un uomo senza soldi, lo molla di punto in bianco, riducendolo ad uno straccio ambulante (si ubriaca da solo per tre settimane). Cambia idea sul matrimonio solo quando Francis raggiunge la fama con “Di qua dal Paradiso”. Altro che due cuori e una capanna!
Durante la stesura de “Il Grande Gatsby” tra i due iniziano i primi litigi ed incomprensioni, dovuti anche, e soprattutto, alla malattia (schizofrenia) di Zelda.
♥ Gertrude Stein, scrittrice e poetessa statunitense, non ha mai negato la sua omosessualità. Nel settembre del 1907 conosce Alice B. Toklas, anch’essa scrittrice. Le due si innamorano e la loro relazione dura per tutta la vita, nonostante i momenti difficili legati soprattutto ai numerosi tradimenti di Gertrude con altre donne. “Autobiografia di Alice Toklas”, scritta da Gertrude e non da Alice, è la manifestazione palese del suo amore per lei.
♥ Raymond Clevie Carver Jr., scrittore, poeta e saggista statunitense, nel novembre del 1977 incontra la poetessa Tess Gallagher, se ne innamora e la sposa in seconde nozze (nel 1955 si sposa per la prima volta con Maryann Burk), nonostante il cancro che lo sta consumando. Tess gli rimarrà accanto fino alla fine.
♥ Dino Campana, poeta, conosce Sibilla Aleramo, anch’essa poetessa e scrittrice, durante gli anni della prima guerra mondiale. Il loro rapporto è fin da subito tormentato, in parte a causa della diversità dei loro caratteri (lui schivo e appartato; lei mondana e attiva) e in parte a causa della malattia mentale di lui. Il loro rapporto è diventato soggetto cinematografico in “Inganni” (1985) di Luigi Faccini e “Un viaggio chiamato amore” (2002) di Michele Placido. Inoltre, alla loro storia d’amore è dedicata sia la poesia “Sibilla” di Riccardo Savini, sia “Dino e Sibilla” di Daniele Miglio.
♥ A Arthur Rimbaud non importava nulla se i giornalisti scrivevano di lui e della sua relazione con Paul Verlaine, anzi, pare quasi che si divertisse a essere sulla bocca di tutti. I due poeti francesi, si facevano, infatti, vedere abbracciati e spesso ubriachi. Tra loro si instaura così una relazione fortemente intima e omosessuale, caratterizzata da innumerevoli spostamenti e vagabondaggi. Ma l’amore si sa, non è bello se non è litigarello e proprio durante il loro ultimo soggiorno a Londra, Verlaine decide di abbandonarlo per tornare dalla moglie e minaccia di uccidersi in caso di esito negativo. Rimbaud, spaventato dalle sue parole, lo raggiunge a Bruxelles ma Verlaine, completamente fuori di sé, spara contro di lui due colpi di pistola che lo feriscono al polso sinistro. Rimbaud lo fa subito arrestare, poi però appena si riprende ritira la denuncia. Nonostante ciò egli viene ugualmente condannato e da questo momento in poi Verlaine cade nella miseria più nera, mentre Rimbaud torna alla fattoria di famiglia.
♥ Ted Hughes, poeta e scrittore inglese incontra la poetessa Sylvia Plath durante un party che pubblicizzava una rivista per cui scriveva. Tra i due è subito amore e il 16 giugno 1956 si sposano con una semplicissima cerimonia. La loro relazione sembra andare a gonfie vele, tanto che lo stesso Ted afferma: “La mia vita in questi ultimi tempi è splendida, meravigliosamente guarita rispetto a com'era prima. Il matrimonio è il mio elemento naturale. Anche la mia fortuna prospera grazie ad esso, e così pure quello che produco. Non hai idea di che vita felice facciamo io e Sylvia o forse ce l'hai. Lavoriamo, facciamo passeggiate, ripariamo a vicenda quello che scriviamo. Lei è uno dei migliori critici che io abbia mai conosciuto e comprende perfettamente la mia immaginazione, e anch'io credo di comprendere la sua." Purtroppo la loro felicità si interrompe con le scappatelle del marito e il suicidio di Sylvia che in un ultimo gesto disperato inserisce la testa nel forno del gas. Dopo la sua morte, Hughes si è occupato dei suoi beni letterari.
♥ Virginia Woolf, scrittrice simbolo del XX secolo, sposa nel 1912 Leonard Woolf, teorico nella politica. Nonostante ciò, intrattiene diverse relazioni con donne che influenzano profondamente non solo la sua vita, ma anche le sue opere letterarie. Una di queste è Vita Sackville-West, poetessa e scrittrice inglese, famosa per i suoi scritti sul giardinaggio.
♥ Henry Miller, autore di “Tropico del Cancro”, si incastra in un triangolo amoroso alquanto strambo. Dopo un primo matrimonio nato “per gioco”, Miller si sposa una seconda volta con June Edith Smith, danzatrice statunitense, dichiaratamente bisessuale. June è la prima a credere nelle capacità letterarie di Miller e la loro storia d’amore è descritta dallo stesso marito nel romanzo “Trilogia della Crocifissione Rosea”. Durante un soggiorno a Parigi Miller conosce Anaïs Nin, scrittrice statunitense di origine francese, con la quale intrattiene una relazione, che viene presto condivisa anche con la moglie. Nin, infatti, rimane affascinata dall’aurea di femme fatale di June e afferma: “Quando June mi è venuta incontro, ho visto per la prima volta la donna più bella del mondo”.
♥ Louise Colet sostiene di essere stata la musa ispiratrice di Gustave Flaubert per la sua “Madame Bovary”. Mica niente. La poetessa francese si accompagna a colui che è considerato l’iniziatore del Naturalismo nel luglio del 1846. La loro relazione dura otto anni ma si conclude con l’intromissione di Alfred de Musset, figura emblematica del romanticismo letterario. La Colet descrive entrambi i compagni nei libri “Une histoire de soldat” e “Lui”. Così non fa un torto a nessuno! Tra l’altro lo stesso Alfred de Musset si accompagna a George Sand, scrittrice e drammaturga francese. Insomma: una passione per le letterate!
Tratto da "Osservatori esterni"

martedì 5 giugno 2012

Arcobaleno


Tanti anni fa, una strada lenta e panciuta, di quelle che nei paesi meno affollati del nostro si perdono in mezzo agli alberi e che, se capita, ti regalano anche volpi, lepri e camosci “crossing”, come recitano sempre i cartelli. Ha appena piovuto ed io sono felice. Ho a fianco la persona che amo e fuori c’è quell’aria quasi bagnata che fa venir voglia di starsene accoccolati davanti a un camino. Mentre la macchina scende giù verso il mare, ecco gli arcobaleni: uno, due, tre, quattro… come si fa a non credere che il mondo è nelle tue mani, con un cielo così! E già allora, quando un bambino non era nemmeno nell’aria, avevo pensato che le storie sugli arcobaleni sembrano inventate proprio per essere raccontate ai più piccoli.
Pentole magiche nascoste, elfi che ne custodiscono i segreti e divinità che attraversano il cielo usandoli come tappeto. Naturalmente, ça va sans dire, anche l’arcobaleno è divino: una divinità femminile per la precisione, il cui nome è Iride. Iride non è una dea qualunque: figlia di Oceano, è imparentata, non poi così alla lontana, con le Arpie, creaturine poco raccomandabili, che avevano volto di donna e ali di rapaci. Nasce dalle umide profondità di Oceano e ha l’arte del volo nel suo DNA. Viaggia fra cielo e terra sospinta dal vento, per portare ai mortali i messaggi inviati dagli dèi. È fatta in qualche modo di acqua e di aria, ma la cosa curiosa è che la sua storia non ha niente a che fare, almeno alle origini, con quel tessuto di colori che percorre i nostri cieli dopo il temporale.
Iride cioè non era a colori: nonostante il suo nome evocativo, non camminava sul ponte dell’arcobaleno. I colori sono arrivati dopo. L’arcobaleno, e Iride con lui, erano quindi per gli antichi soprattutto un soffio di vento umido, proveniente da lontano… e portavano messaggi: messaggi dal lontano mondo degli dèi. Gli dèi non ci sono più, ma alcuni messaggi arrivano ancora forti e chiari, non credete?, come i suoni dalle galassie lontane, o le stelle cadenti, che si sono spente chissà quando nel nostro universo… E se i nostri arcobaleni ancora nascondessero le parole mandate dagli dèi?


martedì 24 aprile 2012

Un pensiero sul mio taccuino...

Nel corso della mia vita volevo che le cose andassero diversamente, invece mi ha riservato sorprese inaspettate. Non ho mai saputo di preciso quale sia il giusto della vita, o le cose buone da poter sapere. Sapevo solo di vivere questa meravigliosa avventura, e condividere la gioia che offre con il mio vicino, o a malapena viverlo con onesta, sincerità e altruismo.
In un un mio giorno di silenzio, tramortita da una notizia che mi ha cambiato, ricordai una mia professoressa, sapete, sono quelle persone che quando le conosci non te ne dimentichi più, e le porti sempre con te, così chè da ricordartene quando vivi i momenti più critici. Nella sua prima lezione spiegava i punti interrogativi che la vita pone e che assorbiamo con il nostro caos quotidiano. Io, ricordando il mio piccolo mondo, notavo che ci sono così tante persone che non si sono mai fermate a considerare quale sia il significato della vita. Costoro ripensano agli anni trascorsi, si chiedono perché le loro relazioni si siano disintegrate e perché si sentano così vuote, sebbene possano aver adempiuto quanto si erano prefisse di compiere. A un giocatore di baseball che aveva sfondato nello sport fu chiesto che cosa avrebbe desiderato che qualcuno gli avesse detto, quando aveva cominciato a giocare per la prima volta a baseball. Costui rispose: "Vorrei che qualcuno mi avesse detto che, quando si arriva in cima, lì non c’è niente". Molte mète rivelano il loro vuoto solo dopo che sono stati sprecati interi anni per raggiungerle.
Dopo questa riflessione ci chiese di prendere un foglio e una penna e di scrivere cinque cose da fare nella vita. Cinque desideri fattibili che potevano appagarci in senso spirituale.
Cominciai ad abbozzare un foglio del mio taccuino, ma notavo che l'inchiostro non prendeva anima mentre scrivevo. Forse perchè conducevo una vita bellissima, coccolata e spensierata.
Dopo molti anni mi sono ritrovata a pensare a questo evento. Dopo che finalmente ho capito il senso di quel compito. Dopo aver capito di cosa è fatta la sofferenza. Ed ora la mia penna scrive forme in movimento. Ora l'inchiostro muove i fili di un'anima e di un desiderio. Un pensiero che vola alla ricerca dell'appagata tranquillità. Forse perchè gli ultimi eventi mi hanno portata a fare il resoconto di molti errori e non solo. Eppure, perseguitando i molti scopi prefissati, sentivo sempre lo stesso sentimento: una sensazione di vuoto che sembrava non poter essere colmato da niente.
Il mio foglio scritto:

1) Svegliarsi e avere il sole negli occhi;
2) Ridere fino alle lacrime;
3) Vedere qualcosa di maestoso e restare meravigliata dalla grandezza di Dio;
4) Assaporare qualcosa di etereo;
5) Conoscere l'amore e morire per esso.


martedì 17 aprile 2012

Lecco, 7 febbraio 2012

  Ora so cosa dirvi per augurarmi un buon compleanno e augurare a voi felicità.
  Stava per sfuggirmi.
  Per poco mi perdevo questo dono di consapevolezza.
  Mia madre mi aspetta a casa due volte al giorno almeno e ogni volta, dopo aver varcato la porta, mi cerca e mi bacia. In 30 anni quante volte sarà successo? Quasi mai ha mancato di farlo. E oggi sorprendo quello sguardo: “Sei felice di vedermi?!”. Realizzo. Mi stupisco per l’emozione dolce, quasi furtiva che prova nell’abbracciarmi. Lei sorride e glissa, discreta. Mio Dio, potevo non notarla quell’emozione. Ed è la cosa più bella che mi poteva capitare. Lo dico perché nella mia vita mi sono sentita rifiutata, non amata, non all’altezza e so che vuol dire la solitudine e il dolore. Per questo, questa può essere la stoffa del mio augurio e della mia speranza per la mia vita e per la vostra: l’amore che ognuno merita. Qualcuno vuole darcelo, attraverso un volto o uno sguardo. Vi auguro di accorgervene, mi auguro di accorgermene, sempre.

Buon Compleanno Lux

martedì 10 aprile 2012

L'amore?

Non si cerca. Non si aspetta. Non si sceglie. Nasce per caso, quando meno te lo aspetti. Arriva e basta. E lo può fare nel giorno più triste, nel periodo più buio, o addirittura quando hai perso le speranze e non lo desideri più.
Lui è così, non avvisa mai.

sabato 31 marzo 2012

Il silenzio

Chi conosce il silenzio venera il valore sacro delle parole ed esercita un controllo sulla sua esistenza.
Il silenzio è l'eloquenza del cuore. Solo nel silenzio s'impara ad ascoltare e comprendere.
Il silenzio è la ragione della saggezza.
Nel silenzio della vita nascono i pensieri più nobili perchè esso contiene il più saggio dei consigli, la parola più dolce, la verità più pura.
Il silenzio è il primo presupposto per sapere se il mondo circostante ci ascolta. S'impara ad udire nel silenzio, ma si apprende di più quando s'impara ad ascoltare.
E' nel cammino silenzioso che si costruiscono le grandi basi, i più forti cimenti, i più elementari pensieri che trasmettono la pace in ogni tempo.
Il silenzio apparentemente inesistente, è però infinitamente utile e chi lo conosce  dice di più con meno parole. Ogni parola che non si pronuncia è doppiamente poderosa se nasce dal silenzio con cui si manifesta il pensiero. Le parole siano il riflesso fedele di un'anima nobile. Solo così il silenzio darà il giusto equilibrio alle nostre anime, alle nostre menti e ai nostri cuori.
Il silenzio è la chiave per fermare le ambizioni, gli impeti e le energie debordanti.
Chi conosce il silenzio pensa più volte prima di parlare. La cosa fondamentale del silenzio è che nutre il pensiero, perchè ne è l'essenza.
Chi conosce il silenzio prima tace, poi osserva e finalmente decide l'utilità della parola.
Chi conosce il silenzio conosce la luce dell'esistenza suprema.
Nessuno sente con la stessa intensità: è solo possibile sentire in silenzio ed in solitudine che sono complementari.
La solitudine è il silenzio dell'anima ed il silenzio è la solitudine delle parole.
Poche volte quello che si dice è uguale a quello che si sente.
Un bell'insegnamento è quello sull'origine dell'eco che fu creato affinchè ci ricordassimo sempre che tutto ciò che diciamo ci tornerà sempre indietro.
Tratto dal web

giovedì 22 marzo 2012

A volte và così

Qualcuno mi ha chiesto giorni fa se, potendo rinascere, avrei vissuto la vita in maniera diversa. Lì per lì ho risposto di no, poi ci ho pensato un po' su e...
Potendo rivivere la mia vita, avrei parlato meno e ascoltato di più.
Non avrei rinunciato a invitare a cena gli amici soltanto perché il mio tappeto aveva qualche macchia e la fodera del divano era stinta.
Avrei mangiato briciolosi panini nel salotto buono e mi sarei preoccupata molto meno dello sporco prodotto dal caminetto acceso.
Avrei trovato il tempo di ascoltare la nonna quando rievocava gli anni della sua giovinezza.
Non avrei mai preteso, in un giorno d'estate, che i finestrini della macchina fossero alzati perché avevo appena fatto la messa in piega.
Non avrei lasciato che la candela a forma di rosa si sciogliesse, dimenticata, nello sgabuzzino. L'avrei consumata io, a forza di accenderla.
Mi sarei stesa sul prato  senza badare alle macchie d'erba sui vestiti.
Avrei pianto e riso di meno guardando la televisione e di più osservando la vita.
Avrei condiviso maggiormente le responsabilità del mio compagno.
Mi sarei messa a letto quando stavo male, invece di andare febbricitante al lavoro quasi che, mancando io, il mondo si sarebbe fermato.
...
Avrei detto più spesso: "Ti voglio bene" e meno spesso: "Mi dispiace"... ma soprattutto, potendo ricominciare tutto daccapo, mi impadronirei di ogni minuto...
lo guarderei fino a vederlo veramente.., lo vivrei... e non lo restituirei mai più.


lunedì 20 febbraio 2012

Io e l'endometriosi


Eccomi quà. Di ritorno da questa avventura. Molti sono stati gli scalini in salita, e in mezzo a piccole amarezze e lacrime per sdrammatizzare gli eventi accaduti, sono quì, a raccontare quest'avventura. Questa fantastica avventura, fatta anch'essa d'amore,  se pur lastricata di sofferenza.
Come potrei rosicare la vita dopo tutto quello che mi è successo?
Ora la voglio vivere a pieno, cogliendo le opportunità che mi offre, che qualcuno lassù mi ha voluto offrire.
Raccontare tutta la storia sarebbe come rivivere il dolore. Ma cominciamo a parlare:
cos'è l'endometriosi?
L’endometriosi è una malattia spesso progressiva, dove alcune cellule della mucosa uterina s’impiantano al di fuori dell’utero. I focolai endometriosici si trovano soprattutto nel basso ventre (ovaie, intestino o vescica), più raramente in altri organi (cute, polmoni) dove vengono stimolati dagli ormoni che provocano il ciclo mestruale. Come la mucosa uterina – denominata en...dometrio – i focolai endometriosici ciclicamente crescono e sanguinano.
 La causa dello sviluppo dell’endometriosi, non è stata ancora chiarita. Emorragie mestruali prolungate o cicli abbreviati ne aumentano il rischio. Ma anche fattori genetici e sostanze inquinanti, come ad es. la diossina, aumentano la predisposizione all’endometriosi.
 Una delle cause nella formazione dell’endometriosi è la mestruazione retrograda, che vuol dire un flusso parziale del sangue mestruale attraverso le tube nella cavità addominale. Questo sangue contiene delle cellule vitali della mucosa uterina. Se cellule possiedono una resistenza particolare e la donna presenta una certa debolezza della difesa organica, possono sopravvivere nell’addome, aderire al peritoneo e perfino crescervi.
 I medici invitano tutte le Donne ad effettuare una visita ginecologica ogni sei mesi e il pap-test per la prevenzione dell'endometriosi. Ricordate: il pap-test e la colposcopia è GRATUITA!!!
Quando il medico mi ha detto di avere questa malattia l'unica risposta che gli ho saputo dire è stato: "Non lo so dottore... so solo che sto male".
L'endometriosi, arrivata all'ultimo stadio nel mio addome, mi ha reso invalida per sei mesi. E dire che per dodici anni ne ho sofferto e medici incompetenti mi hanno detto che era solo stress. Le continue emorragie, i dolori perenni, gli antibiotici cambiati ogni dieci giorni che provocavano sonnolenza e il continuo inspiegabile malessere, mi portavano ad uno stato morboso della malattia, di stanchezza.
Vorrei che dottori non trascurassero tutte le ipotesi di diagnosi possibili per noi donne.
Noi donne siamo il fulcro dell'umanità. Siamo le uniche creature che riescono a dare vita ad un altro essere umano. Perchè toglierci questa benedizione?
Eppure sono quì, ne parlo serenamente. Vorrei che voi capiate questo mio stato di malessere, che non so spiegare, che io stessa non so comprendere ancora.
Io non avrò mai un figlio, per via di questa malattia che riduce notevolmente il nostro dono della procreazione. Io non sognerò mai un bambino, mi è vietato farlo, mi è vietato apprendere quella curiosità e di farmi le stupide domande: sarà biondo, sarà bruno, assomiglierà al padre...? So già per certa che non posso illudermi a questa realtà.
Da un paio di mesi lavoro  per concretizzare un'idea che traducesse visivamente quello che noi donne con l'endometriosi proviamo.
Ho sempre creduto nella potenza delle immagini .
Cosi' ho raccolto sguardi sofferenti, corpi dolenti, frammenti e schegge di vita... Sensazioni e sentimenti degli occhi di molte donne ...
Donne travolte ogni giorno da doglie senza parto... Donne malate di Endometriosi.
Non dimentichero' mai quegli sguardi ,sguardi che violentano il cuore e l'anima...
La raccolta di foto si e' trasformata giorno dopo giorno quanto volevo esprimere e soprattutto il mondo di sentimenti che volevo far giungere a voi intatto nella sua essenza.
Il mio lavoro vuole essere una campagna di informazione affinche' attraverso una serie di messaggi diffusi dai mass-media si riesca a smuovere le coscienze di chi ha il potere, politico o di opinione .
In particolare uno strumento utile soprattutto per i nostri mariti e i nostri compagni che spesso, troppo spesso, a causa del nostro dolore, sono vittime inconsapevoli dell'endometriosi.
Lux

martedì 31 gennaio 2012

Ti amo

"Ti amo perchè hai un’anima chiara, il sorriso negli occhi e la festa nel cuore.
L’amore è un’emozione che nasce da qualcosa di ignoto che entra all’improvviso nella nostra vita.
E’ una felicità che fa sorridere il cuore e ci dà l’illusione di non essere più soli.
E’ un sentimento capace di infonderci gioia, energia, di evocare l’immagine del cielo e della terra.
L’amore è una risorsa alla quale possiamo attingere quando ci sentiamo insicuri, un dono prezioso carico di emozioni che ci fanno apparire la persona amata come un essere superiore, avvolto da una luce particolare.
E’ la voglia di spartire la propria vita, le emozioni, le preoccupazioni con chi sa ascoltarci.
Spesso porta con se anche la sofferenza. Temiamo che la persona, di cui amiamo il cuore, scompaia all’improvviso senza darci la possibilità di renderla felice.
Nelle parole che seguono c’è il senso dei sentimenti, delle impressioni, sensazioni, passioni e desideri. Il vissuto ha radici profonde, ha storie importanti da raccontare, ha sofferenze difficili da dimenticare, ma ha pure tutta la vitalità di un sentimento unico, tutta la felicità di uno spirito libero, la limpidezza di un’anima chiara. Tutto ciò che si ha dentro.
... sento che dentro di me si sta sciogliendo quel nodo che mi opprime ...
 In questa libertà provo invece un incontenibile desiderio di fusione con l’uomo che amo. Vorrei perdermi tra le sue braccia. Da tempo pensavo a questo giorno, a come ci saremmo amati. Ora, finalmente, vicina a lui, provo desiderio, passione, tenerezza. L’uomo che amo sa suscitare in me emozioni profonde. Il suo sguardo, le sue mani, la sua pelle risvegliano in me tante sensazioni. Non riesco a trattenermi dall’accarezzarlo, dal dirgli quanto lo amo e che mai smetterò di amarlo.
… io mi sento in balia dell’amore ... Mentre lo bacio, lo accarezzo dolcemente senza mai smettere, sento il suo piacere fondersi con il mio e comincio a piangere in silenzio tanto sono felice. Avverto momenti di grande dolcezza, mi pare che i nostri cuori si tocchino, quasi li sento battere. Provo una gioia immensa, vorrei restare per sempre con lui, morire insieme con le nostre anime piene di desiderio.
All’inizio ho avuto paura di affrontare l'amore... ora, nulla più si frappone tra me ed il mondo dei desideri. Solo per l’uomo che amo ho superato un importante passaggio della mia vita ed ora un mondo di emozioni si sta impadronendo di me. Questo amore,  mi ha aperto nuove prospettive di vita. Sono felice di aver creduto nella spinta interiore che mi suggeriva di vivere questo amore e di iniziare così un cammino diverso da quello che avevo percorso prima d’allora.”

domenica 29 gennaio 2012

Come le mele

Le donne sono come le mele su un albero: le migliori sono in cima. La maggior parte degli uomini non vogliono arrivare alle migliori perchè hanno paura di cadere e farsi male, così preferiscono prendere quelle che sono cadute a terra e che, pur non essendo così buone, sono facili da raggiungere. A volte le mele che stanno sulla cima dell’albero pensano che ci sia qualcosa che non va in loro, quando in realtà sono semplicemente “meravigliose”, devono solo essere pazienti e aspettare che l’uomo giusto arrivi, colui che sia cosi coraggioso da arrampicarsi fino alla cima dell’albero. Non devono cadere per essere raggiunte: chi avrà bisogno di loro e le ama farà di tutto per raggiungerle… 

lunedì 16 gennaio 2012

Luoghi Manzoniani

Vista del Lago a Lecco
Alessandro Manzoni
Il brano più celebre della letteratura italiana di Alessandro Manzoni 'I Promessi Sposi': "Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti..."(...). Nasce propio dai minuziosi ricordi visivi del paesaggio che dalla villa del Caleotto, sua dimora d'infanzia e delle vacanze estive, si svolge il centro del romanzo.
Con questo delizioso ricordo voglio cominciare la mia avventura fra le stradine di Lecco, solcate da monti e ruscelli che attraversano la città. Una metropoli nuova, niente da invidiare ad altre grandi città che la circondano (Milano, Como, Bergamo...). Il Manzoni ne era profondamente rapito dalla bellezza di questi luoghi. Bellezza che col tempo è mutata dalla tecnologia e dalla ricchezza urbanistica, ma che ha conservato il suo incanto negli occhi dei visitatori. Chi non conosce Lecco non può capire tale trasporto, quello che crea all'immaginazione, rapisce il cuore e gli occhi. Vedendo questo grande paesino accucciato sotto grandi rocce, le montagne che la proteggono e la nascondono, come per conservare la sua bellezza naturale per donare allo straniero una visuale pura e incontaminata dal progresso.
La villa del Caleotto appartenuta alla famiglia Manzoni
Eppure nel 1818 lo scrittore vende la villa del Caleotto e quasi tutte le sue proprietà a Lecco e quì non tornerà mai più.
Ma come ha fatto a staccarsi di tanta grazia agli occhi?
Si sa da sempre che lo scrittore ha bisogno di grandi fonti d'ispirazione per comporre le propie odi, ma pare che Lecco, nel suo cuore ha sempre viaggiato con esso, col suo bagaglio nel cuore.
Gli anni lecchesi di Alessandro Manzoni, i suoi primi venti, costituiscono il periodo della sua vita di cui si conosce di meno: anzi, esclusi pochissimi aneddoti, tutti riferiti da altri e qualche lettera, dei primi anni dello scrittore non è rimasto quasi nulla.
I dati sono talmente labili che si potrebbe perfino dubitare del suo lungo soggiorno a Lecco se non fosse per un tesimone indiscutibile, Manzoni stesso che, nel capitolo iniziale del Fermo e Lucia, la prima stesura del romanzo rimasta a lungo inedita, scrive in proposito:
    "...La giacitura della riviera, i contorni, e le viste lontane, tutto concorre a renderlo
     un paese che chiamerei uno dei più belli del mondo, se avendovi passata gran
     parte dell'infanzia e della puerizia, e le vacanze autunnali della prima giovinezza,
     non riflettessi che è impossibile dare un giudizio spassionato dei paesi a cui sono
     associate le memorie di quegli anni"(...).
L'infanzia, l'adolescenza e le vacanze autunnali, fino ai venti anni, insomma tutto il periodo della vita che ci lega indissolubilmente ad un luogo per sempre, un posto di cui conosciamo ogni cosa, la luce del cielo nelle giornate di vento, il colore del lago d'inverno, i nomi di tutte le montagne:
     "...Cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non
      meno che lo sia l'aspetto de' suoi più familiari; torrenti, de' quali distingue lo
      scroscio, come il suono delle voci domestiche; ville sparse e biancheggianti sul
      pendìo, come branchi di pecore pascenti; addio"(...).
I promessi sposi
L' "Addio monti sorgenti dalle acque"(...) di Lucia è l'addio di Manzoni ai paesi suoi. Sulla vendita di quella che non era una qualsiasi villa di vacanze ma la casa di famiglia da oltre due secoli sono state fatte le più diverse e contrastanti ipotesi, di natura finanziaria  e persino psicanalitica, ma la verità è più semplice.
Gabbianelle
Piazza del centro, Lecco
Manzoni vende tutte le sue propietà a Lecco per colpa di un'amministratore disonesto. Lascia la casa tanto amata costruita da un trisavolo, il fondatore della potenza del ramo lecchese della famiglia, il primo ad abitare stabilmente al Caleotto, fu Giacomo Maria, che accumulò un ingente patrimonio costituite da fucine, opifici, altiforni per la lavorazione del ferro, diventando il maggiore imprenditore siderurgico del Ducato di Milano. Signorotto potente e prepotente si circondava di Bravi e l'Archivio di Stato di Milano conserva gli atti dei numerosi processi che subì come mandante di numerosi omicidi. Nel 1630 durante la Grande Peste fu accusato di aver indotto dei monatti ad ungere le porte dei suoi concorrenti per propagare la peste. I due monatti furono messi a morte, mentre un'inchiesta del Senato di Milano lo scagionò dalle accuse.
Morì nel 1643, implicato in un ulteriore processo come mandante di un nuovo omicidio. E' probabile che la prima aspirazione dei Promessi Sposi, il romanzo del lontano nipote, derivi propio dalle sue vicende. La produzione siderurgica lecchese era allora, particolarmente importante, anche perchè gli Spagnoli, che governavano il Ducato di Milano, contavano molto sul ferro lecchese per armare i propi eserciti.
Mezzo di trasporto del 1600,
 attribuito all'episodio di Lucia
 che abbandona le terre natie
Nel 1818 il Manzoni delega lo zio, Giulio Beccaria, suo procuratore generale, di vendere tutte le sue propietà a Lecco, la casa in via Morone a Milano, e la villa di Brusuglio, ereditata dalla madre. Cambiamenti repentini e radicali come questo contrassegnano tutta la sua vita e sgorgano all'improvviso, ma si tratta dello sbocco di percorsi interiori. Propio in questi anni egli vive una delle sue più profonde crisi esistenziali, una crisi che, forse, si illude di risolvere tagliando ogni legame col passato e con l'Italia trasferendosi in Francia.
"Quella Francia che" come aveva scritto nel 1810 "non si può abbandonare senza che al ricordo di averla abitata (...) non si mescoli (...) una profonda sensazione d'esilio" (...).
Monumento dedicato ad
Alessandro Manzoni con le scene de
 "I promessi Sposi"
Lecco
E in esilio si sentiva il Manzoni nella Milano del ritorno degli Austriaci, tanto remota e provinciale rispetto all'amata Parigi.
Le trattative su queste ulteriori vendite vanno per le lunghe, Manzoni esce dalla profonda crisi in cui si ritrova, ma, ormai, la vendita della villa del Caleotto è perfezionata e non si può tornare indietro (venduta alla famiglia Scola, che non avendo eredi la donò al Comune di Lecco e ne fece un museo in ricordo dell'illustre compaesano).
Stefano Stampa, il suo figliastro, autore di una documentatissima biografia del patrigno, scrive parlando del finale dei Promessi Sposi: "Egli (Manzoni) sentì fortemente un'invidia mentale verso de' suoi stessi personaggi, se li avvesse fatti vivere felici nel loro delizioso territorio, nel quale egli possedeva quella casa da lui tanto amata. E lì trasportò nel Bergamasco, come Lui da Lecco si era trasportato a Brusuglio".

mercoledì 4 gennaio 2012

La Befana

Un giorno i Re Magi partirono carichi di doni (oro, incenso e mirra) per andare da Gesù. Attraversarono molti paesi guidati da una stella, e in ogni luogo in cui passavano, gli abitanti accorrevano per conoscerli e unirsi a loro.
La leggenda narra che ci fu solamente una vecchia signora che si rifiutò di seguirli nella fredda notte.
Il giorno dopo, pentita, preparò un cesto di doni per il Bambin Gesù e cercò di raggiungere i Re Magi, che però erano già troppo lontani. Per questo la vecchina non vide Gesù Bambino, nè quella volta nè mai.
Da allora ella, nella notte fra il 5 e il 6 gennaio, volando su una scopa con un sacco sulle spalle, passa per le case a portare ai bambini buoni i doni che non ha dato a Gesù. Calandosi dai camini riempie le calze lasciate appese dai bambini. Questi da parte loro, preparano per la buona vecchia, in un piatto, un mandarino o un'arancia e un bicchiere di vino. Il mattino successivo insieme ai regali -caramelle, dolcetti, noci, mandarini e carbone per le marachelle dell'anno- troveranno il pasto consumato e l'impronta della mano della Befana sulla cenere sparsa nel piatto.