Paul Gauguin, famoso pittore francese del XIX secolo, ad un certo punto della sua esistenza lasciò l'Europa per andare a cercare un "paradiso di felicità" in un'isola del Pacifico meridionale, come dice la sua biografia, egli desiderava trovare riparo dai dannosi effetti della civiltà. L'artista, col tempo, dovette riconoscere che anche sulle isole tropicali la morte aveva sempre la meglio sulla vita, che i problemi economici si erano trasferiti insieme a lui dalla Francia accompagnati dai suoi problemi di salute. Quando arrivò a queste deludenti conclusioni dipinse un quadro che intitolò "Da dove veniamo? Che cosa siamo? Dove andiamo?", con il quale l'artista cercò di esprimere la sua incapacità di comprendere il mondo.
La maggioranza dei cristiani sa che le risposte agli interrogativi sulla vita formulate da Gauguin nei suoi dipinti, e da altri prima e dopo di lui, si trovano nella Bibbia. Essa insegna che indipendentemente da dove, nel Pacifico o in qualsiasi altro luogo, è solo vivendo in armonia con il nostro creatore che possiamo trovare vera felicità. Ma cosa accade quando forti convinzioni di fede e di tradizione, radicate profondamente nel cuore della gente umile sono messe in dubbio da scienziati e studiosi? Se alla domanda "Da dove veniamo?", non potessimo più rispondere "Da Dio, il nostro creatore", ma fossimo persuasi a rispondere "dalle scimmie", come risponderemmo alle domande successive "Che cosa siamo e dove andiamo?". Di certo è molto importante avere le idee chiare su questo argomento: "Come ha avuto origine la vita, per evoluzione o per creazione?".
"Evoluzione è sinonimo di trasformazione, e la base dell'evoluzione è la trasmissione ereditaria dei caratteri, in altre parole, il fatto che tale trasmissione può subire mutazioni casuali per l'interazione con l'ambiente; sono queste mutazioni casuali che possono aprire nuove linee evolutive per la specie", questa è la definizione apparentemente semplice che l'Enciclopedia multimediale dà all'evoluzione.
Il famoso naturalista Charles Robert Darwin afferma che tutti gli esseri viventi deriverebbero da organismi antenati comuni, a loro volta evolutisi da cellule primordiali. Esistono varie teorie a riguardo, ma il Darwinismo punta sulla selezione naturale come conseguenza di una lotta per la vita. Stando a tale teoria, tutti gli organismi derivano da uno stesso gruppo di organismi originari. A parere di Darwin per lunghi periodi, i membri di una stessa specie non si modificano, ma sporadicamente compaiono individui diversi che possono dar luogo ad una nuova specie che rimpiazza la precedente o vive insieme con essa. Il processo avviene per una mutazione nel patrimonio genetico. Le mutazioni sono casuali e inevitabili. Alcune producono individui malati o inferiori, altre individui più adatti dei precedenti all'ambiente naturale. Darwin definì selezione naturale quell'insieme di processi che fa sopravvivere solo gli individui più adatti. Mutazioni casuali e selezione naturale producono quindi l'evoluzione. Nonostante Darwin sia vissuto all'inizio del 1800, le sue teorie sono fonti di attualissime discussioni. Nel 68° numero di "Quark", un articolo, intitolato "L'evoluzione, quella legge che spiega ogni cosa", dopo aver parlato della visione scientifica darwiniana, secondo la quale la vita ha avuto origine dalla casualità, afferma che lo spirito darwiniano non è un atteggiamento antireligioso o ateo e non sostiene che Dio esiste o no esiste (...); chi ha questo principio s'ispira; vuole provare a capire il mondo che ci circonda con la forza della ragione, indipendentemente da forze animiste o magiche o comunque sovrannaturali. Forse chi ha scritto questo articolo desiderava creare un punto comune con chi crede nel Creatore, ma probabilmente ha trascurato la possibilità di poter, con queste parole, turbare la loro sensibilità.
Come potrebbe coincidere l'esistenza di Dio con la teoria evoluzionistica di Darwin?
Questo porterebbe portare a pensare che l'uomo e la donna sono venuti all'esistenza sulla terra per merito di un'innumerevole serie di improbabili e complesse casualità e che da qualche parte in cielo c'è un Dio, creatosi anch'esso per caso, a cui l'uomo non deve nulla. Molto probabilmente non sarà il metodo scientifico basato sull'osservazione e la verifica sperimentale ad affermare con certezza che siamo stati creati da Dio, ma possiamo avere altri tipi di prove. Nel periodo in cui visse Darwin la maggior parte delle persone, era stata contagiata dalle idee positiviste, perciò le idee religiose potevano essere considerate leggittime, ma non appartenevano alla vera conoscenza in quanto non scientifiche. La storia c'insegna che questa corrente ideologica si banalizzò presto per la sua fiducia un pò troppo ingenua nel progresso. Oggi fortunatamente, esistono degli scienziati credenti come Marco Bersanelli che nel suo articolo dell'1/9/2006 intitolato "L'arco della domanda. Creazione ed evoluzione" afferma: "La ragione umana è più grande della ragione scientifica, ed è alla ragione umana nella sua interezza che è affidata la possibilità di riconoscere il creatore dal segno della creatura. Dio ha preferito non imporsi all'uomo con il vincolo di una dimostrazione, ma ha voluto sottoporsi al rischio del riconoscimento da parte di una creatura libera".
Alcuni fisici credono che Dio potrebbe aver prodotto direttamente i vari elementi chimici che compongono il nostro pianeta, altre teorie scientifiche ipotizzano che la terra potrebbe essere formata da materie espulse durante l'esplosione di una stella, qualsiasi sia il modo con cui Dio abbia creato la terra e l'essere umano, l'elemento fondamentale per rispondere alle restanti domande "che cosa siamo e dove andiamo?" è l'amore che Egli prova per noi. Noi siamo l'espressione del Suo amore e l'incontro tra fede e ragione sta nel fatto che Dio, nostro creatore, ha posizionato il sole alla giusta distanza dalla terra affinchè noi ci riscaldassimo senza bruciarci. Sta a noi ora identificare il sole come una semplice stella con le sue leggi e definizioni scientifiche o come un dono di Dio, ma certo non possiamo affermare che sia venuto all'esistenza per caso.
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