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lunedì 16 agosto 2010



Impariamo a fare i
"Pomodori secchi sott'olio"


Potete consultare la ricetta sul link:
http://lefantasiediunmestolo.blogspot.com/


Quello che so di questa conserva antichissima e che veniva fatta dalle nostre antenate per poter sopravvivere meglio all'inverno.
I pomodori seccati al sole esistono dai tempi di Cristoforo Colombo, nel 1492, data della scoperta dell'America, o più corretto dire: di un nuovo continente. Fu questo grande personaggio ad esportare questo buon ortaggio insieme alla patata, che è un tubero, al caffè, al mais, ai legumi...e tanto altro. Questo contribuì alla crescita demografica del tempo, in quanto non esistevano molti cibi in grado di dare sazietà a sufficienza, e ne aumentavano i decessi soprattutto nei bambini, in media arrivavano fino ai 12 anni, solo 2:5 sopravvivevano alle grandi carestie del tempo.
Il pomodoro secco fu un alimento fondamentale, insieme alla patata e al mais, alla sopravvivenza della storica carestia avvenuta nel 1600. Lo stesso Alessandro Manzoni ne racconta le vicende e la tragedie ne I promessi sposi.
Questo tipo di pomodoro, essiccato al sole, quindi privo di liquidi, si mantiene per molti mesi nelle cantine e le nostre antenate li usavano per poter preparare sughi e pietanze del tempo. Ancora tutt'ora esiste questa cultura, ma usata per dar sapore non per sopravvivere alle intemperie invernali.
Con la venuta della rivoluzione industriale l'uomo a saputo sfruttare meglio il terreno, creando così serre, ancora tutt'ora attuali, per la coltivazioni di molti prodotti, anche nelle stagioni fredde. Creando così l'industria del pomodoro.
L’industria del pomodoro è creatura tipicamente italiana. La sua culla sarebbe stata Parma, nelle cui campagne dopo la metà dell’Ottocento i contadini producevano pani di polpa essiccata, tra nugoli di mosche, al sole, e non per nulla chiamati “pani neri”. Avrebbe imposto la svolta il professor Rognoni, docente all’Istituto tecnico cittadino, che avrebbe sperimentato la coltura, nei propri poderi, dal 1865, e sarebbe stato protagonista della diffusione, prima del 1895, dei primi processi razionali, presto adottati da numerosi laboratori artigianali. Nel 1875 il torinese Francesco Cirio ha creato, intanto, a Napoli, la prima industria conserviera meridionale. I laboratori a Parma sono 4 nel 1893, 5 nel 1894, 11 nel 1896. L’industria parmense acquisisce un autentico primato europeo dopo l’importazione dalla Francia, nel 1905, delle apparecchiature per la condensazione del “concentrato” sottovuoto. Le imprese parmensi sono, l’anno medesimo, 1916, tutte dotate di apparecchiature moderne, quando da Parma l’industria inizia a dilatarsi alla vicina Piacenza. Insieme le due province conseguiranno l’indiscusso primato mondiale del “concentrato”, mentre la grande industria di Cirio nel Mezzogiorno si specializzerà piuttosto nei “pelati”, ottenuti dal tipico pomodoro campano, il San Marzano.

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