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sabato 9 ottobre 2010

“Le cose buone nella vita o sono illegali, o sono immortali o fanno ingrassare”
Arthur Bloch

mi fa ricordare il motto di una mia vecchia vicina di casa, classe 1920, salita al cielo all’alba del terzo millennio :
“…Quel che non ammazza ingrassa..”
Mutatecchia
L’ autrice di questo blog, simpatica e diversamente magra, è amante della buona tavola a dispetto delle solite esili fattucchiere che propone la TV. Viso solare che sprizza simpatia ovunque guardi, è svelta e chiara nelle spiegazioni, cuoca perfetta quando non ha il fornello troppo vissuto e affollato, quando non le cadono per terra coltello, forchetta, verdure o ammucchia come può avanzi di cucina sul tavolo : capita a tutti nella nostra intimità culinaria ma difficilmente lo confessiamo ad altri . Non è eccessivamente precisa come lo sono invece certi cuochi inamidati e rigidi, cultori di mini porzioni fantasiose di alimenti combinati con estro discutibile, in sfondi sfuocati e d’effetto.C’è da comprare il libro anche senza sapere cosa ci sia scritto, fosse anche la spiegazione dettagliata di un uovo al tegamino con spruzzata di prezzemolo e olio d’oliva.
Le ricette ed i suoi commenti, ricordano che l’infanzia della mia generazione di gente comune è fatta di eterne pastasciutte con contorno di niente subito e il resto poco per volta, brodini di dado Star con la raccolta punti obbligatoria. La carne alla domenica c’era quando andava bene, la besciamella noi l’abbiamo scoperta da grandi, Arlecchino e Fagiolino eternamente affamati di cose buone, sono sempre stati molto vicini e solidali ai nostri cuori. Non sono indicazioni da “ristorante alla moda”, ma semplici, un po’ invadenti e senza inutili pretese d’originalità : piatti da sperimentare subito, veloci, somma d’ ingredienti tradizionali (forse con un po’ troppo prezzemolo aggiunto…) , solari, quelli che probabilmente abusandone fanno l’occhiolino al fegato e alla digestione, ma che sprigionano il profumo di cose buone, come soltanto cipolla, aglio e peperone rosolati nell’ olio possono fare.
Il cibo non si deve condurre soltanto alla bocca, bisogna sentirlo anche nel cuore, perchè cucinare è sorridere, è donare la dolcezza e il piccante racchiusi nell’anima a chi vogliamo bene. Agli altri un po’ meno…..
Se proprio ci tocca… !!
Mi veniva da aggiungere, prima di conoscere alcuni “trucchetti” accanto ai fornelli……
E qualche volta tocca a tutti, ma così restiamo anche più sani ….

Siamo tutti convinti che i condimenti esaltano il gusto dei cibi : sarà proprio vero sino in fondo ?
Se è vero che la salute passa dallo stomaco, basta saper distinguere tra il troppo e il troppo poco. Dopo queste “perle di saggezza”, bisogna purtroppo riconoscere che mangiare oggi è una lotta contro il tempo, contro le tentazioni, contro i prezzi. Se guardo le calorie degli alimenti cucinati perdo la gioia di vivere : il “peccato di gola” non mi interessa se nel complesso “mangio sano” ma non disdegno gli alimenti già pronti nelle magiche bustarelle se ho frigorifero desolatamente vuoto.Piena di buona volontà decido sempre prima (o quasi) cosa acquistare, decido come e dove cuocere. Il mangiare e il bere devono rimanere un sano piacere e una delle gioie della vita. Detto questo devo precisare che non ho mai peccato con sostanze stupefacenti o alcolici : soltanto qualche cioccolata in tazza e qualche bicchiere (ai pasti e alle feste “comandate” di vini bianchi da meditazione, preferibilmente dolce e frizzante. Il peso corporeo sotto controllo , una dieta sana ed equilibrata sono i segreti per vivere bene : però a me piace mangiare bene. Quello che più irrita il mio sistema elettrico e le sfaccettature della mia personalità è che alcune persone mangiano come porcellini e non ingrassano : io poverina per qualche cosina in più accumulo chili alla velocità della luce e metabolizzo anche l’aria che respiro. Con il colesterolo e la glicemia che “mi tengono d’occhio”, cerco di consolarmi pensando che in caso di carestia ho riserve (non) nascoste a tempo indeterminato.
Un valido aiuto nelle mie preparazioni, l'ho avuto da un antichissimo libro famiglia che parla di dolci. Un residuo bellico su come preparare i più antichi dolci della tradizione italiana. Io e mio fratello le abbiamo sperimentate tutte e mesi fa per curiosità abbiamo tenuto il conto degli anni della nostra "Bibbia culinaria" divisa in vari settori.

Mio fratello lo acquistò 25 anni fà, con rate di £ 1.890 per 24 mesi. Insomma, costo £ 45.000. A quei tempi tale cifra era esorbitante per un libro. Ora è diventato oggetto di culto e di contesa della mia famiglia. Lo uso con molta parsimonia, ma i segni del tempo si vedono lo stesso!


Copertina de "Il grande libro dei dolci"

Prima pagina

Seconda pagina

Terza pagina

Introduzione


Frutta caramellata, marmellate


Creme, salse e glasse

Pasta briseè e frolla


Pasta sfoglia


Pasta lievitata


Pasta soffice


Dolci tradizionali

Dolci al cucchiaio


Dolci di frutta

Dolci fritti



Sorbetti e granite



Gelati


Piccola pasticceria

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