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martedì 16 luglio 2013

16 Luglio, Madonna del Carmine



Oggi, giorno della Madonna del Carmine, festa della mamma mia. Quante emozioni, quanti sentimenti per questo dì per alcuni comune. Le grazie che mi ha fatto partecipe la mia Madonna sono tante durante  tutta la mia vita.
Sono cresciuta con lei... accanto a lei.
Fin da piccola la mia famiglia seguiva il suo culto.
Seguiamo e rispettiamo ogni sua regola. Sarà per questo che ancora oggi festeggio questo giorno come fosse Natale.
La madonna a ricoperto di grazie me e la mia famiglia sempre e non immaginate la felicità che sento.
Il Fiore del Carmelo è questo, è il seguito ce l'ho consiglia Dio, se avete  fede..
 
 
 
La Storia
La storia della devozione alla Madonna del Carmine ha radici molto lontane nella memoria cristiana, infatti risalirebbe già all’epoca della III crociata (1189-1191).
In quegli anni tra quelli che partivano verso la Terra Santa, alcuni iniziarono a sen
tire l’esigenza di vivere una spiritualità più profonda, secondo il Vangelo, nella preghiera e nella carità. Per questo motivo si ritirarono come eremiti presso il Monte Carmelo, volendo imitare il profeta Elia, il quale stette per un certo tempo in quel luogo ed ebbe una viva esperienza di Dio (secondo i libri dei Re).
Questi eremiti non avevano un preciso fondatore, proprio perché dicevano di rifarsi al profeta, e il loro ideale di vita darà l’impulso iniziale per le prime regole dell’Ordine Carmelitano. Agli inizi del XIII secolo si riuniranno in una forma di vita più comunitaria stimolati da un primo riconoscimento da parte di S. Alberto, patriarca di Gerusalemme. Gli eremiti del Carmelo avevano scelto come patrona e protettrice la Vergine Maria, che pertanto iniziarono a chiamare “Santa Maria del Monte Carmelo”.
Spesso i titoli della Vergine si riferiscono a delle sue azioni (come la Vergine Odegitria di Bari, ovvero “Colei che indica la Via”), a delle qualità (la Vergine Addolorata), a degli atteggiamenti (la Madonna dell’Umiltà, a Prato), a dei titoli (la Regina Apuliae, nel Seminario di Molfetta e patrona della Puglia) o infine a degli eventi storici (la Madonna di Lourdes, in virtù delle apparizioni). Che cosa vuol dire allora il titolo di Vergine del Monte Carmelo o Madonna del Carmine? Il significato e la risposta sono nel nome stesso del monte.
Il Carmelo è una catena montuosa (lunga circa 39km) che nella tradizione biblica è sempre esaltato come il più bello dei monti. Esso è “il giardino fiorito di Dio” come dice il nome stesso “Carmelo”, il quale deriva dall’aramaico “Karmel” cioè “giardino”. Non è un caso che tutti i conventi carmelitani abbiano annesso un giardino e lo stesso dicasi per la nostra Confraternita (con un bel giardino interno) e la Chiesa (che conserva un antico chiostro risalente all’epoca dei padri carmelitani). Il titolo di Madonna del Carmine è dunque uno dei più alti e certamente dei più belli per la Vergine Santa perché è come dire che Lei è la realtà più bella di Dio, colei che di Dio ci vuole raccontare la Bellezza.
Ritornando alla vicenda storica dell’Ordine, aggiungiamo alcuni dati. Nel 1226 l’Ordine Carmelitano riceve la prima approvazione pontificia da Onorio III e dopo questa viene inserito tra gli Ordini mendicanti con le modifiche e le approvazioni di Innocenzo IV nel 1247. Sembra che la “tradizione sabatina” risalente a Giovanni XXII sia un falso storico (il fatto per cui la Madonna porterebbe in Paradiso le anime devote il primo sabato dopo la loro morte), mentre è un fatto importante la rivelazione di Maria a San Simone Stock; questo frate vide in sogno la Vergine che, consegnandogli lo scapolare, promise la salvezza di quanti lo avrebbero indossato con fede.
In pochi anni l’Ordine si diffuse in larga parte d’Europa, uscendo dunque dai confini della Palestina, e prendendo piede specialmente in Spagna, Portogallo e Italia. La storia di Grottaglie ha un forte tratto carmelitano. Alcune fonti fanno risalire l’arrivo dei primi padri carmelitani al 1505. In Puglia vi erano già altri 7 conventi e il loro numero crescerà fino a 25 attorno al 1650. La fraternità di questi monaci fu la prima a raggiungere la terra di Grottaglie e dunque andò a costituire, in ordine cronologico, la seconda delle attuali sette parrocchie. Infatti esisteva già un ben nutrito numero di sacerdoti della Collegiata (la Chiesa Madre) e solo diversi anni dopo verranno i padri Minimi (1536) e i Cappuccini (1546). Per la costruzione del monastero i religiosi poterono beneficiare della donazione del suolo, di alcune case e di una grotta; tutto questo era dono di don Romano de Romano, presbitero della Collegiata.
Nella grotta vi era affrescata una effige della Vergine Maria, nota con il titolo di Madonna della Grotta, la quale testimonia un culto a Maria precedente a quello carmelitano. Tale effige nel corso dei secoli fu spostata nella parte superiore della Chiesa, come testimonia un antico documento, lo Status Conventus (1703) opera di don Paolo D’Alessandro (1659-1744). Quando poi si chiuderà la cripta, si perderà la memoria storica del resto del patrimonio del Carmine; ad esempio rimarranno per secoli nell’oblio gli affreschi di Sant’Apollonia e Santa Caterina d’Alessandria, sepolti fino al 1998 con il resto della cripta. La storia carmelitana di Grottaglie vide nel tempo diversi uomini illustri portare il nome della città fuori dalle sue mura. Oltre ai numerosi capitoli provinciali carmelitani dei sec. XVI e XVII, passò di qui uno dei padri generali, il Fantoni. Il Carmine diede inoltre i natali al p. Antonio Marinaro Senior (1500 ca. - 1580). Questi fu reggente per la provincia di Puglia per 36 anni, lavorò presso la curia romana come Procuratore Generale dell’Ordine e, fatto ancor più prestigioso, fu uno dei teologi del Concilio di Trento. Altro personaggio illustre fu il nipote, il p. Antonio Marinaro Junior (1605-1689). Come lo zio fu molto apprezzato per l’elevata dottrina teologica tanto che fu per tre volte provinciale della provincia romana. Morirà come vescovo titolare di Ostia e Velletri.
Dell’epoca seicentesca ricordiamo anche il p. Maestro Cesare Tripalda, p. Domenico Antonio Basile e Giovanni Stefano Verga. Dell’epoca settecentesca e ottocentesca sono gli altrettanto famosi p. Maestro Francesco Paolo Quaranta, segretario generale dell’Ordine; p. Giovanni De Laurentis, nominato da Benedetto XIII vescovo di Capri; p. Nicola Maria Ricchiuti, primo Priore Generale dell’Ordine in tutta la storia del Mezzogiorno; p. Pietro Antonio Carrieri, filosofo e letterato all’interno della provincia pugliese. Al nostro secolo appartengono invece parecchi sacerdoti ancora operanti nel clero italiano.

Tratto dagli scritti de "La Madonna del Carmine"
 
 
Il Miracolo della Madonna del Carmine a Grottaglie
Grazie al ricordo degli anziani centenari, ancora perfettamente lucidi e coscienti, possiamo rendere testimonianza di un miracolo avvenuto a Grottaglie ad una devota della Vergine del Carmelo, sposa e madre di due figli. Portare lo scapolare, che a Grottaglie viene chiamato abbitinu, è stato sempre per i devoti carmelitani la sintesi efficace di una spiritualità mariana, che non solo alimenta la devozione dei credenti rendendoli sensibili alla presenza amorosa della Vergine nella loro vita, ma anche protezione e salvezza verso tutti i pericoli terreni.
Grottaglie, anno 1910, Corso Garibaldi (oggi Via Garibaldi) allora una delle principali vie del paese. Su un balcone di una abitazione nei pressi dell’ex Farmacia San Ciro una donna gravida all’ottavo mese è affacciata per vedere la gente che transita. Il suo nome: Maria Quaranta, classe 1880, coniugata Annicchiarico e già madre di due figli. E’ alla sua terza gravidanza. Una donna devotissima alla Madonna del Carmine; porta sempre con se l’abbitino di stoffa, come segno di appartenenza alla famiglia carmelitana. La tragedia si consuma in poco tempo; senza alcun preavviso un tratto di balcone cede di colpo per la rottura del pavimento, realizzato in pietra dura come era di consuetudine allora. La signora cade insieme al lastrone di pietra sulla strada da un’altezza di circa sei metri. Tanta gente assiste all’evento; la signora urla e nella disperazione invoca ad alta voce la Vergine dicendo: “Matónna tlu Carmunu méa, aiutami tu”. Stranamente quella donna gravida cade in piedi, come si suol dire, senza rovesciarsi per terra, nonostante il peso del nascituro che aveva in grembo. Non ha un graffio, non si è procurata nemmeno una storta agli arti inferiori, non ha subito alcun danno. Come se avesse planato su una nube adagiandola per terra. Un evento straordinario miracoloso che destò nei presenti meraviglia e nello stesso tempo voglia immediata di pregare e cantare. Alla signora Maria dopo un mese nacque una bambina, sana e bellissima, a cui fu posto il nome di Carmela. Per ringraziare la Vergine quella famiglia fece rifare il pavimento alla cappella della Madonna, dove c’è l’altare privilegiato, sostituito successivamente da lavori di restauro. Quanto descritto non vuole in nessun modo precedere in nulla il giudizio che compete esclusivamente alla Chiesa, ma solo testimonianza di un fatto avvenuto tanti anni fa, che tante generazioni hanno definito un vero miracolo.
Tratto dal sito "Grottagliesità" 

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