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sabato 11 maggio 2013

Il dolore dell'Endometriosi


Carissime donne,
donne come me...
... donne con Endometriosi...
Ho voluto scrivervi tramite il mio blog perché non c'è la faccio più.
Dopo questa nottata, ancor più faticosa di tutte le altre, ho voluto accendere il computer e raccontarvi quello che sto passando, perché non ho altri punti di sfogo che questo spazio creatomi, perché tal volta la gente non comprende davvero la gravità della malattia, perché spero che le autorità politiche e sanitarie si sensibilizzano e si rendano conto della grande difficoltà che viviamo ogni giorno.
La mia storia la conoscete. Il 7 febbraio 2012 mi sono operata di Endometriosi, IV stadio. Il mio medico ha preferito una struttura specializzata, Lecco, perché in Puglia non ci sono mezzi e strumenti per poter affrontare un intervento così complicato. Grazie alla fiducia che ho riposto il mio medico mi ha salvato dalla terribile condanna della stomia (l'ano artificiale, quello che volgarmente chiamano busta).
Ora, ha distanza di un anno risento gli stessi sintomi, precisamente da fine gennaio che ho continui dolori, emorragie e stanchezza eccessiva, soprattutto quando torno da lavoro.
Il 28 febbraio ho avuto la certezza che l'Endometriosi si è riformata e da poco ho scoperto che si è ramificata in varie parti del corpo... come un anno fa!
Ditemi voi se si può vivere così...
Mi alzo la mattina, ringrazio Dio di avermi dato la forza per farlo, anche se hai passato una notte  difficile, insonne dai dolori, legata a quel letto a cercare posizioni che ti diano refrigerio, a pregare che finisca presto e di addormentarmi perché le gambe e l'addome ti pesano, e la tua pancia è la tortura più insopportabile che puoi avere attaccata al corpo. "Maledetto corpo!" Dici "Un giorno arriverà il momento che ti sostituirò! Per una sera che passi con gli amici il giorno dopo mi riduci una pezza!".
Che fatica non stare bene.
Poi, mi alzo per andare a lavorare, e prego Dio che non succeda nulla che mi dia fastidio. Prego sempre che le cose che farò non siano inerenti al piegarmi in due, a salire scale di continuo, a prendere pesi, a non affaticarmi. Questa è la mia giornata lavorativa: pregare Dio di non affaticarmi troppo perché arrivo così stanca che nemmeno una doccia e una dormita mi rigenera, perché so che mi aspetta una notte di fatica e dolore. Ma nella sventura ho la fortuna di avere colleghi molto umani e comprensivi e mi vietano di prendere pesi e piegarmi più volte. Sono davvero molto fortunata.
Mi alzo per sistemarmi casa, ma i dolori cronici sono insopportabili, e siccome sai che devi affrontare una giornata lavorativa e sai che devi rendere, trascuri il tuo sogno, cioè una casettina confortevole. Ma, sempre grazie a Dio, arriva tuo marito che ti rasserena e ti dice: "Non preoccuparti per casa. Stai a letto, non fare sforzi". Così arrivano i rinforzi, mia madre e mio fratello si occupano di me e della casa.
Che grande dono che ho. E mi chiedo come fanno quelle donne che non hanno nessuno? Che non hanno un lavoro sicuro? Che non hanno un marito comprensivo come il mio? Come fanno?
Ma vi rendete conto di quello che passiamo noi donne quando i focolai si infiammano, e prendiamo solo antidolorifici che dopo sei ore non hanno più effetto?... Vi rendete conto che abbiamo bisogno di aiuto! Aiuto concreto! E non le semplici espressioni buttate al vento? Vi rendete conto?
Alcuni mi chiedono: "Ma come è il dolore dell'Endometriosi?".
Secondo voi è il caso di descriverlo?
Secondo voi è il caso di dirvi il calvario che provo giorno dopo giorno? E' il caso di dirvi di far finta di niente se vedi il sole? E' il caso di dirvi di far finta di essere malata davanti quella gente ignorante, gretta e falsa? E' il caso di dirvi che sei l'ultima della lista quando cerchi aiuto dai medici e dal pronto soccorso incompetente? E il caso di dirvi il dolore psicologico che provo?
Tutto questo non è la descrizione di un dolore di Endometriosi?
Lux
 

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