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giovedì 11 novembre 2010

11 novembre
La sera dell’11 novembre, e per gli altri 3 giorni successivi è tradizione mangiare le castagne
La castagna in acqua cotta prende il nome di ballotta,
arrostita e profumata prende il nome di bruciata

Antichi sapori di festa :

Ballotte:


Castagne, pizzico di sale, acqua, semi di finocchio, foglia di alloro.

Fatele bollire per 30 – 40 minuti. Nell’aria si sprigionerà un aroma particolare, di festa e di gioia. Sarà uno dei primi sapori che annunciano il Natale ormai vicino…


Caldarroste:
Castagne, Barbeque, una padella traforata.

Ricordiamo che non avremo mai sul fornello di casa la fragranza delle caldarroste fatte alla brace del venditore all’angolo della strada, salvo usare il nostro caminetto a legna o di una brace al barbeque.
Procuriamoci delle castagne buone, scegliendole una ad una per accertarci che siano senza alcuna macchia o buco, poi con un coltellino affilato “castriamo” i marroni, intaccando la superficie e praticando un taglio di circa 4 cm di lunghezza fino alla polpa.
Usiamo la padella bucherellata per cuocerle, usando il fornello a gas frapponiamo una piastra di ferro alla padella per non bruciarle. Mettiamo tutte le castagne nella padella e facciamo arrostire a fuoco lento girandole spesso. A cottura avvenuta togliamole dalla padella e mettiamole in un panno caldo.


Curiosità: Per ottenere buone caldarroste bagniamo un sacchetto di carta e ricopriamo le castagne in cottura facendo attenzione che non si asciughi.Durante la cottura bagniamolo di frequente così permetterà alle caldarroste di cuocere mantenendo la loro umidità, rimanendo più morbide e più saporite. Oppure: Proviamo a bagnare le castagne con il vino prima del termine della cottura, oppure saliamole leggermente. Potremo gustarle con un sapore ancor più caratteristico e campagnolo!


Vi voglio raccontare la leggenda che tutte le sere dell’11 Novembre la nonna raccontava.Tutti conoscono la storia di San Martino che spezzò in due il mantello per donarlo ad un mendicante che in verità era poi il Signore, ma forse pochi conoscono quella che si ricordava tanto tempo fa nella notte tra il 10 e l’11 Novembre, soprattutto nelle campagne, a grandi e piccini riuniti nella stalla, riscaldati dal fiato delle mucche. Un anziano sedeva sulla sedia, raccoglieva tutti d’intorno e cominciava a raccontare, mentre fuori faceva freddo, c’era nebbia e tirava forte forte il vento... Man mano che il racconto si faceva più terrificante, ci si stringeva stretti stretti e si ascoltava col cuore in gola…

C’era una volta una povera famiglia di contadini che non riusciva ad avere un bambino. Erano talmente stanchi e disperati che avrebbero accettato di tutto : anche far patto col diavolo. Infatti una notte l’uomo sognò un signore tutto vestito di nero, ma molto elegante che disse : Concederò a tua moglie di avere un bambino, ma la notte che compirà diciott’anni verrò a prenderlo e sarà mio. Al mattino il pover’uomo raccontò tutto alla moglie e con tanta tristezza decisero di accettare.. Passarono gli anni e il bimbo divenne grande: era la consolazione e il bene della famiglia. I due anziani genitori quasi non ricordavano l’accordo, ma l’11 novembre quando il ragazzo doveva compiere proprio i diciott’anni furono presi dalla paura. Fuori era freddo, ululava il vento e c’era tanta neve: si chiusero in casa, sbarrarono tutte le finestre e spensero le candele. Ad un certo punto sentirono bussare alla porta e una voce gentile disse : Vi prego, ho tanto freddo... Fatemi entrare! Sono un povero viandante, non vi disturberò. Loro però non aprirono. Il viandante bussò 3 volte, finchè la terza volta mossi a compassione aprirono e videro entrare un vecchietto magro magro e tutto rattrappito, coperto da un tabarro (mantello) lungo lungo… Si mise vicino al fuoco del caminetto seduto sulla sedia, sorrise, ringraziò dell’ospitalità e cominciò a riposare. Le ore passarono lente lente e giunse mezzanotte… Si sentirono tre colpi fortissimi sul tetto: “Bum…Bum…Bum!!” e dopo uno spaventoso silenzio una voce cupa e cavernosa domandò :
"Chi è?"
Il viandante rispose :
"Fuori di Dio non c'è nessuno
Il sole e la luna
I tri Re Magi

I Quattro Evangelisti
Le Cinque le piaghe del Signore
I dolori della Madonna
L’Arca di Noè
Le nove Corti Angeliche
I dieci comandamenti

Le undici verginelle
I dodici Apostoli

E qui calò ancora il silenzio…
Poi la voce del viandante continuò, forte e sicura:
"Tredici non c’è, non c’è mai stato, tu eri all’inferno , ci puoi tornare".
Altri minuti di pauroso silenzio e la voce tenebrosa esclamò :
San Martino San Martinino,
non si può fare un piccolo bucato che ci metti il tuo fazzolettino!!
Seguirono altri tre colpi fortissimi sul tetto :“Bum…Bum…Bum.. !!” E tutto tornò alla calma.
La famigliola guardò vicino al focolare e non vide più nessuno : la sedia era vuota ed il viandante sparito. Fuori il vento s’era calmato e non faceva più tanto freddo... Il viandante era S. Martino: il Signore l’aveva mandato per salvarli. Nei tre giorni successivi anche il cielo festeggiò l’evento: il sole tornò a splendere e a riscaldare l’aria anche se era quasi invernoE da allora ogni anno, e per ogni anno a venire l’estate del Santo tornerà, per ricordare a tutti ancora una volta il suo generoso gesto: ecco perché “l’estate di San Martino dura tre giorni e un pochino.



Tanti anni fa, l’11 Novembre scadeva l’anno di lavoro dei fittavoli: era il giorno del trasloco. Dovevano caricare tutto ciò che avevano sul carro, in genere tirato non da 2 mucche (che in pochi possedevano) ma dai componenti stessi la famiglia… cercare alloggio e nuovo padrone…Ecco perchè nel linguaggio comune fare sammartino equivale a trasloccare.



San Martino
ogni mosto diventa vino


Nella mia mente tale giorno mi è sempre rimasto impresso perchè identificato come “l’estate di San Martino”: i miei genitori me lo ripetono ogni anno (…oggi è l’estate di San Martino…ogni mosto si fa vino) tramandandomi quelle tradizioni e detti popolari che oggi, ahimé, sono un po’ andati perduti. Il sole di queste giornate mi induce ad effettuare una breve ricerca sul significato di tale detto. Ecco cosa è emerso:
San Martino aveva appena dodici anni quando, contro la volontà dei suoi genitori, che credevano negli dei di Roma, si fece battezzare e divenne cristiano. La legge romana lo obbligava a entrare nell’ esercito come suo padre, così, malgrado fosse un tipo molto pacifico, dovette diventare soldato. Su di lui si raccontano molte leggende. La più famosa è questa:
Un giorno d’autunno, mentre usciva da una delle porte della città francese di Amiens, dove viveva, vide un povero vecchio, mezzo nudo e tremante per il freddo. Martino si impietosì e sguainò la spada, tagliò il suo bel mantello di lana e ne diede la metà al povero. Immediatamente il sole si mise a scaldare come in estate. Per questo, si chiama l’estate di San Martino quel periodo agli inizi di novembre in cui spesso accade che la temperatura si faccia più mite.

L’estate di san Martino è il nome con cui viene indicato un eventuale periodo autunnale in cui, dopo le prime gelate, si verificano condizioni climatiche di bel tempo e relativo tepore. Nell’emisfero australe il fenomeno si osserva eventualmente in tardo aprile – inizio maggio. Nei paesi anglosassoni viene chiamata Indian summer.
Tradizionalmente durante questi giorni si aprono le botti per il primo assaggio del vino novello, che solitamente viene abbinato alle prime castagne.

Detti popolari
L’estate di San Martino, tre giorni e un pocolino.
A San Martino, si veste il grande e il piccino.
Infatti, se non è oggi sarà domani, la neve è vicina.
Da San Martino l’inverno è in cammino
Per San Martino ogni mosto è vino
Buon San Martino

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