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martedì 16 novembre 2010

Cassetta degli attrezzi

Che cos'è la fiaba

La fiaba è una narrazione popolare,, destinata inizialmente alla trasmissione orale e a un pubblico di bambini che racconta vicende ambientate in un mondo nel quale gli elementi magici e meravigliosi si intrecciano con tratti della vita reale.

Quello della fiaba è un mondo magico e meraviglioso, popolato di fate, re principi e principesse, orchi e draghi, animali parlanti dotati spesso di poteri straordinari, dove sono "normali" le trasformazioni, gli incantesimi, i miracoli, e dove la morte, spesso temporanea, si presenta come inghiottimento o divoramento da parte di animali favolosi (draghi, lupi, ecc...). Questo mondo fiabesco si integra, sotto certi aspetti, con quello reale: esistono infatti nelle fiabe, accanto a incantesimi e magie, anche situazioni verosimili (mestieri tradizionali, famiglie povere, giovani in cerca di fortuna e cosi via). L'intreccio fra magia e realtà non provoca alcun turbamento, dato che tutto ciò che rientra nella sfera del meraviglioso viene accettato sia dai personaggi delle fiabe sia dai lettori come qualcosa di naturale.

Luoghi e tempi sono indeterminati: è classico l'avvio C'era una volta..., grazie al quale ci troviamo fin dall'inizio trasportati in una dimensione dove il tempo, lo spazio e tutte le altre convenzioni umane hanno poca rilevanza. Il ritorno dal mondo meraviglioso della fiaba a quello della realtà è talora segnalato da formule di congedo di vario tipo, per esempio: Stretta la foglia, larga la via,/ dite la vostra, che ho detto la mia, oppure, chi non lo crede, paghi un tallero o ancora e vissero felici e contenti fra mille godimenti; a quelle nozze anch'io ci sono stato, e ciambelle a bizzeffe ho mangiato.

Le fiabe sono nate sulla bocca del popolo e sono state tramandate per tradizione orale dalle nonne che a loro volta le avevano raccolte dalla viva voce dei loro vecchi, e così via, a ritroso nel tempo. Anche se adesso noi le consideriamo un genere rivolto soprattutto ai bambini, esse in effetti costituiscono un serbatoio della saggezza popolare di tutti i tempi, elemento importante di quella che si chiama "letteratura popolare", e sono perciò oggetto di attenzione da parte degli studiosi di folklore e tradizioni popolario.

Sotto tutte le latitudini, le fiabe si ripetono secondo uino schema che rispecchia gli aspetti e le tappe fondamentali della vita dell'uomo, sia pure in chiave magica e favolosa. Ritroviamo infatti nelle fiabe: la nascita, che colloca l'individuo in condizioni favorevoli o sfavorevoli, il distacco dalla casa paterna e le prove da superare per diventare maturo, la divisione degli esseri viventi in ricchi e poveri che non ne altera la sostanziale uguaglianza, la persecuzione di un innocente, l'amore, il condizionamento di forze complesse, interne ede esterne, e lo sforzo per liberarsene da soli o con l'aiuto degli altri, la scoperta che la virtù e la bellezza autentiche possono talora essere nascoste sotto un'apparenza umile e sgradevole. A differenza di quanto accade nella realtà, nel mondo fiabesco, però, il bene è sempre ricompensato, i cattivi primi o poi vengono puniti, il male è sconfitto.

La particolare "verità della fiaba, la sua capacità di rappresentare il comune destino degli uomini spiegano perchè, pur nell'appartenente verità dei personaggi, delle situazioni, dei luoghi d'origine, le fiabe siano costruite secondo uno schema sempre uguale.

Vengono chiamate "funzioni" le azioni compiute dai personaggi e definite in base al significato che hanno per lo sviluppo del racconto. E' sufficiente soffermarsi sullo schema base che si ripete pressochè identico in tutte le narrazioni fiabesce:
  • La storia comincia con la descrizione della situazione iniziale;
  • l'eroe (o l'eroina) si allontana da casa per un viaggio, per cercare i mezzi di sostentamento, per adempire ad un incarico, ecc.;
  • Inizia una serie di peregrinazioni durante le quali hanno luogo le più svariate avventure;
  • L'eroe incontra un'antagonista, rappresentato da una persona "cattiva", che per contrastarlo riccorre all'inganno, alla magia, alla violenza;
  • L'eroe cade nel tranelllo preparato dall'antagonista;
  • L'eroe si trova nella necessità di superare una prova;
  • L'eroe fruisce dell'aiuto di uno o più personaggi, un aiutante o più aiutanti;
  • Superato l'ostacolo l'eroe ritorna a casa in una situazione migliore di quella iniziale;
  • L'antagonista, il cattivo è punito;
  • La vicenda in molte fiabe si conclude con le nozze regali dell'eroe.

I "motivi" sono dei temi ricorenti che fanno parte del mondo fiabesco e danno vita a innumerevoli trame. Tra i motivi più frequenti ricordiamo: la matrigna cattiva, l'animale parlante, tre sorelle o tre fratelli, di cui l'ultimo è buono e gli altri sono malvagi, la casetta nel bosco, gli stivali magici, la bacchetta magica, l'intervento di un personaggio riconoscente, la trasformazione di un essere umano in animale, ecc...

Il linguaggio che viene usato nelle fiabe è usualmente semplice, caratterizzato da frasi e periodi tendenzialmenti brevi, dalla prevalenza della coordinazione sulla subordinazione e dei discordi diretti su quelli indiretti. Il lessico è quotidiano e riflettere esperienze e modi di dire propi del mondo popolare, anche se nelle fiabe raccolte e riscritte da persone di cultura appaiono qua e là parole un pò più ricercate.

Come abbiamo detto, le fiabe sono narrazioni anonimetramandati oralmente da narratori popolari; non sono mancati, però, scrittori, che, attingendo a questo patrimonio, gli hanno dato forma letteraria, arricchendo e variando le versioni originarie. E' il caso di Charles Perrault, dei fratelli Grimm, di Hans Christian Andersen; i quali, affidandole alla scrittura, hanno reso famose le storia di Cappuccetto Rosso, di Biancaneve, di Cenerentola, della Sineretta, e inumerevoli altre.

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