La vita umana oscilla, come un pendolo,tra il dolore e la noia: dei sette giorni della settimana, dice Schopenhauer, sei solo di dolore e di bisogno, è il settimo è di noia. Il dolore però non riguarda soltanto l'uomo ma investe ogni cosa. Tutto soffre, dal fiore che appassisce all'animale ferito; e se l'uomo soffre di più e perchè, avendo maggiore consapevolezza, è destinato a patire maggiormente l'insoddisfazione del desiderio e le offese dei mali. Per la stessa ragione il genio, avendo maggiore sensibilità rispetto agli uomini comuni, è votato ad una maggiore sofferenza. In tal modo, Schopenhauer perviene ad una delle più radicali forme di pessimismo cosmico di tutta la storia del pensiero, ritenendo che il male non sia solo nel mondo ma nel principio stesso da cui tutto dipende.
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